L’ex Giuliano: "Aquilotti lottate e vincete"

Sulla gara del “Picco“ aggiunge: "Sono napoletano doc e tifoso azzurro ma sabato urlerò... forza Spezia!"

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"Sono napoletano doc e tifoso del Napoli, ma sabato prossimo sosterrò i colori bianchi".

L’ex difensore aquilotto Ferdinando Giuliano, classe 1981, tra i protagonisti della grande impresa della promozione dello Spezia in Serie B nel 2006, si schiera al fianco dello Spezia nella sfida impari contro il Napoli: "Spero in una vittoria degli uomini di Italiano, vorrebbe dire ipotecare la salvezza. Una speranza condivisa dai miei due figli gemelli Alessandro e Federico che nacquero in riva al Golfo e sono grandi tifosi delle Aquile".

Giuliano, un passo indietro al 14 maggio 2006 quando al ‘Picco’ andò in scena il match di andata Spezia-Napoli, valevole per la Supercoppa di Serie C.

"Per me fu una partita speciale visto che sono nato e cresciuto nel quartiere di Secondigliano, a Napoli. Non disputammo una grande gara anche perché davanti avevano giocatori del calibro di Calaiò, Sosa, Bogliacino. Ci difendemmo e pareggiammo 0 a 0, per poi impattare 1 a 1 al “San Paolo“, nella gara di ritorno, vincendo in tal modo la Supercoppa".

Quindici anni dopo gli Aquilotti cercheranno di emulare l’impresa di fermare i partenopei: è possibile?

"È ovvio che sulla carta il Napoli sia decisamente più forte dello Spezia, ma le partite vanno giocate, è il rettangolo di gioco che determina. Contro gli azzurri, gli Aquilotti dovranno contare sulla forza dell’organizzazione del gioco che gli ha dato Italiano. Lo Spezia gioca veramente bene, anche se rispetto alle altre compagini ha una rosa più scarsa. Il tecnico aquilotto ha dato alla sua squadra organizzazione e cattiveria agonistica facendo, ad oggi, un miracolo. La mano dell’allenatore si vede tutta".

Italiano, prima del match di Verona, ha detto che lo Spezia non si accontenta mai del pareggio.

"La penso come lui. Arrivati a un certo punto della partita ci si può accontentare, se non si può vincere non si deve perdere, perché il punto fa comunque morale. Però, all’inizio della gara, è giusto giocarsela. Vincere contro il Napoli significherebbe fare un passo importantissimo per la salvezza. Se si fa una gara attendista, con le qualità che ha il Napoli prima o poi il gol lo si subisce, la partita bisogna giocarsela".

Mancherà Nzola, su chi dovrà puntare lo Spezia?

"Dall’inizio dell’anno lo Spezia ha puntato sul collettivo, non c’è stato il singolo che ha fatto la differenza, ma Italiano e i suoi uomini che lo hanno seguito. Altrimenti le Aquile non avrebbero totalizzato 34 punti. Le ultime quattro partite saranno all’insegna della voglia e della determinazione, c’è in ballo qualcosa di troppo importante per la città della Spezia. Mi ricordo la nostra vittoria del campionato, anche se eravamo stanchi, raggiungemmo l’obiettivo mettendo ancora qualcosa in più, è ciò che spero per lo Spezia".

Il pareggio di Verona potrebbe dare nuove energie a una squadra un po’ stanca?

"Il calo fisico ci sta, ma l’obiettivo può far andare al di là della stanchezza. E il punto di Verona potrebbe dare ulteriore entusiasmo, se una squadra pareggia a cinque minuti dalla fine vuol dire che è viva. Non bisogna mai mollare".

Salvezza possibile?

"A quattro partite dalla fine lo Spezia precede in classifica altre squadre, ciò significa che ce la può fare. Io farò il tifo con tutto il mio cuore per la salvezza delle Aquile, Spezia è Spezia, mi è rimasta dentro, ho passato tre anni e mezzo straordinari".

Fabio Bernardini