Angelozzi: "Macia, gran colpo dello Spezia"

L’ex ds dei bianchi elogia la società per la scelta: "E’ davvero il top". Poi ha parole di apprezzamento anche per Riccardo Pecini

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"Eduardo Macia è un top, lo Spezia ha fatto un gran colpo nell’ingaggiarlo". Il direttore sportivo del Frosinone Guido Angelozzi, l’uomo che ha costruito lo Spezia dei miracoli, riportandolo nella massima serie dopo ben 95 anni, tesse le lodi del neo direttore generale aquilotto: "Siamo amici, c’è stima professionale reciproca. Lo conobbi quando arrivò in Italia nelle fila della Fiorentina. Nel 2014, quando io ero allo Spezia, trovammo l’accordo per il prestito del centrocampista montenegrino Bakic. È un uomo di calcio, ha una visione europea e mondiale, ha lavorato in club importanti, ha una conoscenza e esperienza a livello mondiale".

Direttore Angelozzi, Macia può far compiere un ulteriore salto di qualità al club bianco?

"Premesso che Macia è un direttore sportivo importante, per l’ulteriore crescita dipenderà molto dalla proprietà, è indispensabile che lo sostenga nel suo lavoro. A riguardo spenderei due parole per Riccardo Pecini che ha lavorato molto bene, salvo poi trovarsi in disaccordo con la proprietà".

Che giudizio dà dello Spezia? "L’ho visto a Torino nel match contro la Juve. È una squadra giovane e ben allenata. Stimo moltissimo Luca Gotti, allenatore preparato e serio, è stato bravissimo a recuperare Nzola che era stato dimenticato e che a mio giudizio è uno dei centravanti più forti in Italia. Forse la rosa è un po’ incompleta, specie in attacco. Vedo che gioca seconda punta Gyasi, pur sempre un adattato in quel ruolo. Come al solito sarà importantissimo il sostegno della tifoseria".

Anche in Serie A il ‘Picco’ si dimostra determinante.

"Il ‘Picco’ dà sempre qualche punto in più, ce ne sono poche di tifoserie calorose come quella spezzina, che sostiene i propri giocatori ad oltranza. Gli 8000 del ‘Picco’ valgono i sedicimila di altri stadi. Il ‘Picco’ è la salvezza dello Spezia, qui gli Aquilotti giocano in dodici".

Della squadra che costruì sono rimasti Gyasi, Bastoni, Ferrer e Nzola.

"Gyasi è la storia dello Spezia, un ragazzo splendido, esemplare, ora addirittura capitano. Si sta prendendo le soddisfazioni che si merita come Bastoni, Ferrer e Nzola. Porto nel cuore questi ragazzi così come tutti quelli che sono stati protagonisti nei due anni di mia gestione. Spero che lo Spezia resti in Serie A, la città e i tifosi se lo meritano".

Ritiene che le Aquile possano conquistare la salvezza con minori patemi rispetto ai due anni precedenti?

"La Serie A è una categoria difficilissima, l’importante è ottenere la salvezza. Ricordiamoci che l’anno scorso sono retrocesse società fortissime come Genoa e Cagliari. Questi due anni in massima serie sono stati uno spettacolo per lo Spezia".

In ultimo, un saluto agli spezzini che nutrono nei suoi riguardi un grandissimo affetto.

"Io adoro il popolo spezzino, a me ha dato e mi dà tanto a livello umano, inondandomi di affetto. Quando parlo di Spezia mi emoziono sempre".

Fabio Bernardini