Ancora una volta un risultato positivo arrivato in rimonta

A dispetto delle apparenze, il calabrone vola grazie ai suoi 230 battiti d’ali al secondo, molto superiori a tanti altri insetti di dimensioni minori. Allo stesso modo si spiega perché lo Spezia, nonostante tutte le criticità manifestatesi anche a Verona, sia in lotta per una meritata salvezza. Il battito d’ali è la sua incredibile capacità di non mollare mai. Dopo Verona, gli Aquilotti consolidano la loro posizione da Champions nei punti in rimonta: Sassuolo 17, Inter 16, Juve e Spezia 14. In svantaggio 24 volte su 34 (dato da “calabrone”), hanno ottenuto tre vittorie e cinque pari. I cinque cambi determinano le partite: se Tameze ha tappato la falla di uno Sturaro in chiaro declino, il fantasma di Kalinic al posto di un buon Lasagna, un Bessa pasticcione (clamoroso il suo errore sull’1-0) al posto di un Zaccagni un po’ inferiore al solito ma comunque positivo e soprattutto un disastroso Ilic al posto di un fin lì devastante Salcedo (provvidenziale il suo infortunio) hanno permesso allo Spezia di restare a galla e di colpire sull’asse dei suoi subentrati, Agudelo e un finalmente recuperato Saponara. E’ arrivato così un pari che, insieme a quello contro l’Inter, potrebbe essere la svolta decisiva. Ma il pareggio del Cagliari a Napoli complica i piani, in vista dello ‘spareggio’ dei sardi a Benevento domenica prossima, un match che potrebbe permettere allo Spezia (al ‘Picco’ col Napoli) di mantenere se non allungare il vantaggio sul terz’ultimo posto. Poi però servono almeno tre punti, tre pareggi o una vittoria. Come e con chi, non importa. Alla fine potrebbero risultare decisivi gli scontri diretti a favore sia con i sanniti, sia con i sardi: basterebbe finire pari con una delle due. Ma la quota salvezza sarà alta.

Mirco Giorgi