"A Cagliari sarà una partita a viso aperto"

L’ex bomber ha visto quasi tutte le gare delle Aquile. "Italiano è il fattore fondamentale dello Spezia"

di Fabio Bernardini

107 partite con la maglia bianca, 24 gol e 12 assist. Per l’ex attaccante aquilotto Andrea Catellani i numeri da lui collezionati in riva al Golfo sono ancora, a distanza di tempo, emozioni pure: "Nel club bianco ho passato gli anni più belli della mia carriera sfiorando la Serie A – confessa il popolare Andrea, attualmente responsabile del settore giovanile del Chievo -. Per me Spezia avrà sempre un posto speciale nel cuore, del resto il cordone ombelicale non si è mai staccato visto che passo sempre le estati a Lerici".

Catellani, con l’approssimarsi del match Cagliari-Spezia il pensiero è andato subito a quella splendida vittoria per due a uno che lei e i suoi compagni realizzaste nell’aprile 2016 al Sant’Elia.

"Fu un successo fondamentale in chiave playoff, giocammo una grande partita. Quello Spezia aveva grandissime individualità, come valori non era secondo a nessuno, non a caso battemmo una quadra che poi andò in Serie A".

Lo Spezia potrebbe ripetere l’impresa?

"Conosco mister Di Francesco, sicuramente sarà una gara che entrambe le formazioni giocheranno a viso aperto, una partita da 1X2. Il Cagliari ha trovato una sua quadratura, sul piano tecnico ha qualcosa in più, però lo Spezia ha tanti giocatori che sono arrivati in A al top della loro carriera anche a livello fisico e questo potrà fare la differenza sopperendo alla qualità superiore degli avversari. La partita contro l’Atalanta ne è stata la dimostrazione. La salvezza è alla portata, abbiamo visto in questi anni come l’organizzazione e un gruppo coeso siano in grado di fare la differenza. E poi il movimento Spezia è tutto compatto verso un obiettivo e il fatto di poter disporre di uno dei più grandi allenatori in circolazione è un valore aggiunto che può consentire il miracolo".

Una valutazione, dunque, positiva della formazione bianca? "Ho visto quasi tutte le partite delle Aquile, credo che nello Spezia ci sia un fattore fondamentale che è Italiano. Il tecnico ha dato un’identità straordinaria alla squadra pur avendo ruotato trentadue giocatori, la voglia e il coraggio con i quali scendono in campo i bianchi sono un marchio di fabbrica, rispecchiano la mentalità e la personalità di Italiano. Per gli avversari questo Spezia sarà sempre un grattacapo".

L’ultimo capocannoniere nella storia dello Spezia fu lei nel 2015, con 19 gol all’attivo. Intravede qualche possibile erede?

"Magari non come numero di gol ma come peso specifico nel gioco dello Spezia ritengo che Nzola sia insostituibile. È un attaccante moderno che fa un lavoro oscuro di importanza capitale: fa giocare bene la squadra, la allunga, ha una condizione fisica e mentale difficile da contenere".

Quanto pesa l’assenza del ‘Picco’ e del pubblico?

"Credo che giocare al ‘Picco’ sia sempre un valore aggiunto clamoroso, anche se per alcuni giocatori potrebbe essere un peso. Giocare in quello stadio pieno di tifosi è qualcosa di unico per un giocatore".

Che effetto le fa vedere lo Spezia in Serie A?

"Noi, come Chievo, sapevamo che lo Spezia era la più accreditata per il grande salto come stato di forma e organizzazione. Credo che anche il Chievo, se avesse passato il turno, sarebbe andato in Serie A, erano le due squadre che meritavano di più la promozione. La finalissima contro il Frosinone è stata una partita da pelle d’oca, dico la verità mi sono emozionato ed ero molto contento di vedere la grande felicità di tutti i tifosi, molti dei quali amici".