"È tutto in mano ad Alisa. Che non decide"

Interventi di elezione fermi e prenotazioni specialistiche bloccate. Rino Tortorelli, del ’Manifesto per la sanità locale’ spara a zero.

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Nell’Asl 5 il ritorno alla normalità è ancora lontano. Ambulatori in stallo, esami diagnostici ancora non prenotabili, interventi programmati rinvitati a data da destinarsi. Una situazione di stallo mai vista prima. Tanti i problemi sul tappeto dei quali parleremo con Rino Tortorelli, referente del Tribunale per i diritti del malato e del Manifesto della sanità locale.

L’emergenza sanitaria è passata, ora l’Asl 5 si trova a gestire la fase post covid. Ma sul fronte ospedaliero si stenta a ripartire. Cosa sta succedendo? "Stiamo aspettanco che Alisa decida perchè purtroppo una delle criticità di questa emergenza è che tutto deve essere deciso da Alisa. Mi risulta che da oltre un mese sia stato inviato un Piano per la ripresa dell’attività nelle sale operatorie, ma questo Piano non c’è. Non c’era nella Fase1, non c’è nella Fase2. Probabilmente ora ci sono persone che si girano i pollici...L’azienda deve confrontarsi con gli amministratori ma questo non succede abbiamo un commissario straordinario, e dunque a tempo, quando sappiamo – lo hanno detto anche loro – chel’Asl ha bisogno di una dirigenza stabile. Noi arriviamo da una situazione precovid già grave sia sotto il profilo del personale che dei posti letto. Un dato: in Liguria nelle Asl ci sono 153 dipendenti ogni 10mila abitanti, nell’Asl 5 ne abbiamo 100 ogni 10mila. Quindi c’è una difficoltà ulteriore perché nella fase acuta il personale è stato dirottato su servizi di emergenza e quindi sarà anche difficile riaverlo indietro. Poi c’è da considerare lo stress psicologico e le ferie".

I reparti sono ancora fermi. Gli interventi programmati e le prenotazioni sono al palo. Nulla sembra muoversi.

"Qui c’è un bel discorsetto da fare e riguarda l’informazione: è poco chiara. Nel volantino si legge che dal 22 giugno riapriranno i Cup quando non è così. Il Cup attivo è solo quello regionale. Abbiamo chiesto la modifica del volantino ma non si può perché lo deve fare Alisa. Ma ora dico per una stupidaggine del genere dobbiamo chiamare Locatelli a Genova? E questo è dovuto all’accentramento. Sempre nello stesso modulo dal 22 giugno ti indica la possibilità di prenotare le prestazioni con priorità D (a 30 gg) e P (a 120 gg). Poi se vai a vedere un altro documento vedi che urologia, pneumologia, oculistica...non sono prenotabili. Ma non basta noi abbiamo il caso di una signora che doveva fare una Rsm. Ma le grandi macchine non le puoi prenotare col call center ma quando non dicono che ti devi rivolgerti al medico di famiglia che, diciamolo, sono lasciati allo sbando".

E che dire del programma vaccinazioni?

"La campagna vaccinale avrà dei problemi ci saranno centinaia di persone che andranno dai medici di medicina generale che non avranno dispositivi sufficienti. I medici hanno proposto di fare la vaccinazione in un luogo diverso, con locali e dispositivi messi a disposizione dall’Asl ma fino ad ora non è arrivato nessun tipo di risposta".

Anche i cantieri autostradali stanno mettendo in difficoltà i trasporti sanitari per Genova.

"Nel tratto Spezia - Genova non ci sono corsie di emergenza e dunque se un’ambulanza che trasporta un paziente grave al San Martino ha necessità di fermarsi è un problema. E dall’altra parte si allungano i tempi del rientro in sede dell’equipe medica che ha trasportato il paziente. Insomma il problema è doppio. Abbiamo chiesto l’assistenza di una pattuglia della stradale. Insomma una soluzione, ma questa amministrazione regionale ha fatto della privatizzazione il suo cavallo di battaglia. Del resto Toti è stato chiaro in una sua intervista vuole privatizzare il 15 % dei posti letto".

E poi c’è il nodo del nuovo ospedale: una situazione pesante. Il San Bartolomeo è depotenziato, il Sant’ Andrea non risponde più alle reali esigenze del territorio. In compenso si spendono milioni per rimettere in sesto il vecchio. "Il dubbio che noi abbiamo è che la mancata ripresa dell’attività ordinaria a Sarzana porti a dire che la struttura non serve più a nulla. E allora non vorremo che anche in questa circostanza non si faccia partire gli interventi di elezione. Per poi magari vedere arrivare un privato. Anche per il Sant’Andrea ci sono cose da chiarire. Sembra addirittura che il costo per sistemarlo sia passato da 7 a 17 milioni. Così si va a spendere un sacco di soldi sul vecchio. Si potrebbe rivedere uno dei vecchi progetti. Edificare dove c’è il parcheggio un nuovo impianto di pronto soccorso e realizzare un ponte di collegamento con le urgenze".

Per quanto riguarda il nuovo Felettino Tortorelli non nasconde i rischi del decreto Balduzzi che aprirebbe le porte a una gestione pubblico privata della nuova struttura, più sensibile ai reparti di maggior richiamo rispetto ad altri. Come il reparto Infettivi e Penumologia, forse meno remunerativi ma importantissimi. Lo abbiamo visto in questi mesi di emergenza sanitaria.

Anna M. Zebra