Violenza sessuale su una sordomuta

Drammatici interrogatori con l’aiuto dell’interprete della lingua dei segni

Violenza sulle donne

Violenza sulle donne

La Spezia, 26 giugno 2019 – Le indagini per violenza sessuale sono sempre complesse e delicate, là dove le rivelazioni della parte offesa sono segnate dalla prostrazione, dal disagio, dal risentimento, dalle spinte contrapposte della vergogna e del desiderio di liberarsi da un incubo, di ritrovare la spensieratezza perduta. Con i minori si ricorre allo psicologo, capace di stabilire la capacità di apprezzare la realtà da parte di chi, a motivo dell’età, non ha tutti i codici interpretati della stessa. Nel caso degli adulti dovrebbe essere più facile. Ma in un caso al vaglio della procura non è stato così. A ciò a motivo della particolarità della parte denunciate. Lei una giovane alle prese con la sordità e l’incapacità a proferire parola: una donna sordomuta.

Le sue confidenze sono state raccolte in prima battuta da un familiare. Nessun dubbio da parte di questo sull’attendibilità della narrazione, seppur all’interno di un quadro articolato, nel quale i rapporti sessuali contrastati dalla giovane si sarebbero ripetuti in varie occasioni, in un contesto connesso all’attività professionale dell’uomo, un ambiente decoroso, fuori da mura domestiche. Sarebbe accaduto per quattro/cinque volte, lo scorso anno. Fino alla decisione finale della «vittima» di raccontare i suoi tormenti. dopo averlo fatto con la sorella, su impulso di questa, ha ribadito le circostanze anche agli investigatori. Un passaggio complesso, non solo sul piano psicologico. Ma anche per le modalità di acquisizione delle rivelazioni. Si è infatti trattato del primo caso, quanto meno alla Spezia, di messa a verbale della traduzione del linguaggio gestuale con il quale i sordomuti sono in grado di comunicare e farsi capire. E così entrata in campo un’interprete, in possesso dei codici interpretativi.

L’interrogatorio mediato, anzi gli interrogatori – perché lo scrupolo è stato quello di tornare ad approfondire l’argomento a scanso di equivoci - hanno portato alla stessa conclusione: la giovane sordomuta è stata abusata. Questa la convinzione della pubblica accusa. Tesi contrastata dall’indagato a piede libero, un professionista, che, invece, parla di incomprensioni e montature.

Il procedimento di fatto è incardinato, non suscettibile, fra l’altro, di archiviazioni nella misura in cui il reato è procedibile di ufficio anche in caso di ritiro di querela, con necessità di vaglio giudiziario, considerata la credibilità attribuita alla parte offesa. Ma il muro del riserbo è spesso, a tutela in primo luogo della stessa vittima.

Corrado Ricci