Velisti dispersi, inchiesta con troppi misteri

Sotto esame l’attendibilità del trasmettitore dello yacht

Aldo Revello (a destra) e Antonio Voinea

Aldo Revello (a destra) e Antonio Voinea

La Spezia, 9 gennaio 2019 - Velisti dispersi in Atlantico: tutto tace dal fronte degli inquirenti. I silenzi continuano anche da parte della fonte anonima che, fra i vari contatti, aveva veicolato anche a La Nazione la storia dell’affondamento del Bright con Aldo Revello e Antonio Voinea ad opera di un cargo, rifilando però a supporto - era stato dimostrato dai lettori - foto false che ne avevano minato la credibilità.

Resta un fatto: le cinque miglia di distanza fra le coordinate dall’allarme-lampo lanciato dal trasmettitore epirb in dotazione allo yacht di 14,5 metri alle 14,38 del 2 maggio scorso (37° 34’ N - 18° 04’, 03 W) e la rotta del cargo, rilevata dal satellite a cui, secondo la fonte anonima - probabilmente un marinaio filippino a suo tempo imbarcato sulla nave - è attribuibile lo speronamento.

Di sicuro quel cargo - battente bandiera di Hong Kong, di proprietà di una società belga - partecipò alle ricerche, su ordine della Guardia Costiera Portoghese, dopo l’Sos raccolto dalla stazione di Delgada del sistema Cospas Sarsat. Fosse stata, quella del Bright, una boa satellitare di nuova generazione, sarebbe una prova della mancata collisione.

«Ma quell’epirb era datato, capace di produrre errori di localizzazione anche importanti» diceva Rosa Cilano, moglie dello skipper Aldo Revello, confortata dal parere di esperti, quando le venne chiesto cosa pensasse della forbice sospetta. Della serie: l’ipotesi dello speronamento sarebbe ancora da coltivare. Certo è che l’inchiesta penale aperta a Roma non ha prodotto risultati, quanto meno risultati perpecibili all’esterno; ciò a partire dal settembre scorso, quando, per effetto degli appelli di Rosa, venne fuori la storia dello speronamento e vennero acquisiti dal magistrato elementi utili per vagliare la credibilità della fonte anonima e stanare la stessa per via informatica, là dove i suoi messaggi sono stati veicolati sotto falsa identità, via Facebook. Marinaio premuroso ma timoroso a rivelarsi per i rischi a cui sarebbe esposto, mitomane o strumento di un gioco oscuro? Le domande restano aperte.

Corrado Ricci