Ballocchi: "Vallegrande, la centrale deve rimanere a gas"

La Spezia, le parole dell'ex presidente della circoscrizione 11

Gianfranco Ballocchi con la moglie Franca Lombardi (Foto Frascatore)

Gianfranco Ballocchi con la moglie Franca Lombardi (Foto Frascatore)

La Spezia, 8 luglio 2019 - E' stato presidente dell’allora circoscrizione 11, quella che comprendeva i quartieri di levante da Melara al Limone, nonché sindacalista. E, nel dibattito sul futuro dell’area di Vallegrande, ha le idee chiare: Enel deve rimanere col turbogas. Le parole sono quelle di Gilberto Ballocchi, che assieme alla moglie Franca Lombardi dice la propria sulla vicenda al centro delle polemiche di queste settimane.

«Il Pd e le minoranze dell’amministrazione vogliono lo sgombero totale della centrale, mentre i sindacati, l’Unione degli industriali, la Regione e anche molti cittadini della zona sono favorevoli alla centrale a turbogas anche perché potrebbe essere volano per l’industrializzazione della zona e per la portualità – spiegano Ballocchi e Lombardi –. La centrale occuperebbe solo dieci ettari; i sessanta residui, che resterebbero a disposizione della cittadinanza, sono una parte sicuramente non idonea a parco giochi dato che confina con una discarica (il sito di Pitelli, ndr), zone certamente non bonificabili».

Ballocchi ricorda che nel piano regolatore dei primi anni Sessanta «dato che la zona era tutta alberata, era previsto un villaggio turistico con accesso al mare di Ruffino e Pagliari, dotato di piscina e parco». ù

Per l'ex sindacalista non sarebbero poi da sottovalutare le spese di demolizione degli elettrodotti in caso di dismissione totale: «Lo stato, Enel, e i cittadini si troverebbero gravati dalle spese di demolizione» spiega, ribadendo come «non è vero che la centrale è al centro della città. Addirittura è vicina a una enorme discarica e alla zona industriale», e sottolineando l’elevata industrializzazione della zona, in cui passano «l’oleodotto che dal mare arriva alle cisterne e da queste all’ex raffineria di Arcola, l’oleodotto della Nato con stazione di pompaggio tra Termo e Pianazze e, al confine con la centrale, l’inattivo inceneritore di Boscalino». mat.mar.