Vaccino anti-Covid, si avvicina la terza dose Asl al lavoro per programmare i richiami

Occhi puntati su malati cronici, sanitari e ultra 80enni dopo la circolare del ministero con l’elenco delle categorie fragili. Dal 15 agosto cinque positivi in corsia, tutti già immunizzati e con sintomi lievi: solo un operatore è stato contagiato sul lavoro

Migration

di Franco Antola

La terza dose di vaccino anti-covid si avvicina, ma non è proprio alle porte, anche se un passo importante è costituito dalla circolare ministeriale che ha posto alcuni punti fermi, indicando una decina di categorie di soggetti che avranno la priorità. Ultraottantenni e personale sanitario a parte, si tratta di trapiantati e malati oncologici con determinate specificità. Lo dicono le linee guida ministeriali che entrano nel dettaglio delle varie categorie. Per tali fasce si deve in realtà parlare di ‘dose addizionale’, cioè una dose aggiuntiva a completamento del ciclo vaccinale primario di due dosi, somministrata al fine raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria. Verrà praticata almeno dopo 28 giorni dalla seconda, e il prima possibile se tale lasso di tempo è già trascorso. Quale è la situazione in Asl 5? "Intanto – spiega il direttore generale Paolo Cavagnaro – bisogna distinguere fra dose addizionale e cosiddetta dose booster che, dice la circolare, è una dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, praticata per mantenere o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria in categorie ad alto rischio. La dose booster va somministrata dopo almeno sei mesi dall’ultima dose".

C’è già una tempistica per l’Asl spezzina? A dare indicazioni è il Cts che considera prioritaria la dose addizionale nei soggetti trapiantati e immuno compromessi. E chiarisce che "ferma restando la priorità del raggiungimento di un’elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli autorizzati, sarà definita la strategia di somministrazione di una dose booster di vaccino a m-Rna" (quindi Pfizer o Moderna). Tempi non immediati, quindi, anche se per procedere con la dose addizionale (e solo in un secondo momento con la ‘booster’ ) le cose appaiono allo stato più semplici: a partire dal d-day di Regione e ministero basteranno pochi giorni per completare l’operazione ‘terza dose’. Ed è verosimile – in attesa di ulteriori chiarimenti sulle tipologie patologiche da considerare – che la prima indicazione sarà quella degli anziani over 80. In Asl 5, fa sapere Cavagnaro la platea di ultraottantenni che hanno già fatto la seconda dose è costituita da 18.963 persone (dato aggiornato all’altro ieri). Lo step successivo sarà la fascia fra i 70 e i 79 anni, che attualmente è costituita da 21.192 soggetti. Per tali categorie si procederà con i vaccinati da almeno sei mesi, quindi marzo, aprile e a seguire i mesi successivi fino a settembre. Fra le categorie indicate per la terza dose, ci sono gli operatori delle professioni sanitarie. Qual è lo stato del contagio fra gli addetti ai lavori? Il dato più aggiornato riferisce che dal 15 agosto, i positivi sono 5, tutti vaccinati, in parte asintomatici e in parte con sintomi lievi. Dei 5, solo uno risulta contagiato a seguito di contatto lavorativo.

E poi c’è il capitolo no vax. Il personale non vaccinato fra gli addetti alle professioni sanitarie risulta essere costituito da 323 operatori, intendendosi per tali coloro che hanno ricevuto formale sollecito. Cinque sono invece i no vax dichiarati, mentre 308 coloro che sono in attesa di verifica delle condizioni di allergia o incompatibilità col vaccino. Decisioni definitive non ne sono ancora state prese, ma ci sono due date che rappresentano in qualche modo l’ultima chance per ’dissidenti’ e incerti: il 22 e il 27 settembre sono in programma due sedute vaccinali dedicate che suonano come ultima chiamata. Per chi non si vaccinerà scatteranno la segnalazione all’ordine professionale e la sospensione dal servizio e dallo stipendio, anche se il quadro non è ancora del tutto chiaro anche per questioni di privacy. Dai vertici Asl si confida comunque in un ripensamento.