Un ‘sogno’ per le aree Fs dismesse

Idea-progetto del Comune partecipa al bando per la rigenerazione urbana. In piazza Terxi rivuole il mercato

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Il sogno è un progetto in grado di cancellare l’abortito ‘Piano Botta’, di ridare un’occasione e un’anima a quella parte della città che convive da troppo tempo con degrado e illusioni. L’occasione per farlo diventare reale è il bando Filse per la rigenerazione urbana e il recupero del territorio agricolo. Un’occasione che l’amministrazione comunale, attraverso l’assessore all’urbanistica Barbara Campi, ha provato a cogliere presentando la sua idea e sperando venga colta. I contributi previsti per le attività di progettazione per l’individuazione e la disciplina degli ambiti urbani potrebbero arrivare dalla Regione Liguria dalle risorse del fondo per l’edilizia. L’area urbana da rigenerare scelta dalla giunta di Cristina Ponzanelli è quella tra via del Murello, il vecchio mercato, la stazione e Crociata. I requisiti richiesti ci sono tutti: carenza di servizi di urbanizzazione; presenza di edifici o complessi abbandonati e aree libere intercluse da recuperare o riusare, presenza di edifici o complessi di edifici caratterizzati da obsolescenza statica, tecnologica, energetica e funzionale; presenza di aree urbane connotate da fenomeni di marginalità economica e sociale o da criticità ambientali. L’obiettivo chiesto dal bando è quello di "un’organica riqualificazione mediante soluzioni architettoniche che innovino l’immagine urbana e la qualità degli spazi pubblici". E riqualificare quella zona della città è un interesse prioritario per l’amministrazione che lì ha la struttura del vecchio mercato ma acquisirà anche le aree dismesse della Ferrovia. Se il “sogno” sarzanese verrà scelto la Regione finanzierà le attività di progettazione con un contributo fino all’80 per cento della spesa ammissibile, fino a un massimo di 30mila euro, a cui il Comune dovrà aggiungere al massimo 7.500 euro.

Sarà un’anticipazione del Puc a cui gli architetti Stefano Boeri e Massimo Giuliani stanno lavorando da mesi. E l’idea, pronta a diventare progetto, è articolata quanto affascinante. Uno dei primi obiettivi sarà il recupero della funzione originaria dell’ex mercato ortofrutticolo di piazza Terzi oggi utilizzato per funzioni sportive. Il masterplan dovrà prevedere il recupero statico e funzionale della storica struttura che diventerà funzionale all’insediamento di un mercato urbano innovativo, con spazi superfici collettivi per la vendita diretta da riservare ai produttori locali, alle attività di street food che dovrebbero diventare una nuova attrazione urbana. E l’hockey? Si riaffaccia l’idea di trovare posto proprio nelle aree ferroviarie dismesse per un nuovo palazzetto multifunzionale dedicato allo sport che è stato capace di far rinascere la passione per la squadra della città e portare Sarzana a livello nazionale e internazionale. Nel “sogno” dell’amministrazione l’area a ridosso della stazione sarebbe ideale per il palahockey. Obiettivo recupero per gli ex depositi ferroviari esistenti che dovrebbero “risorgere” con funzioni di carattere sociale o associativo, laboratori di start-up per le piccole realtà imprenditoriali che la precedente giunta Cavarra aveva previsto nell’ex Tribunale con il “Tag” rimasto solo uno spazio di coworking.

Una fascia di verde dovrebbe fare da filtra con l’asse ferroviario: piante per schermare la “nuova città” e proteggerla dai binari sia dal punto di vista visivo che acustico, ma creare anche spazio per nuovi parcheggi anche con le colonnine per la ricarica elettrica delle auto. La progettazione del recupero urbano per la grande area a ridosso della linea ferrovia sarà anche l’occasione per ridisegnare tutta la rete della mobilità pubblica e privata, progettare sistemi di forestazione urbana in grado di attutire gli impatti e garantire un migliore microclima. Tra gli obiettivo quello di impiegare tecniche di produzione energetica sostenibile da fonti rinnovabili, dai dispositivi fotovoltaici alle sonde geotermiche per il funzionamento degli edifici, realizzare serbatoi interrati per recuperare le acque meteoriche per l’irrigazione e la sicurezza antincendio, e poi una rete ‘smart grid’ per la condivisione dell’energia e l’alimentazione delle strutture pubbliche del quartiere.