L’osservazione del Comune di Porto Venere tesa a contrastare la permanenza dell’impianto di itticoltura davanti a punta Pezzino per il recupero dell’area non scalfisce la determinazione dell’Autorità di sistema portuale a dare corso all’attività produttiva in sito ancora per tutto il 2023. Lo spettro temporale è quello previsto per la conclusione dello studio promosso dalla Regione Liguria per l’individuazione di una nuova area idonea all’allevamento al largo del Golfo della Spezia, almeno ad un chilometro dalla costa. La prospettiva è uscita rafforzata dal recente voto unanime dei componenti del Comitato di gestione dell’Authority presieduto da Mario Sommariva e di cui fanno parte il direttore marittimo della Liguria Sergio Liardo, il comandante della Capitaneria di porto della Spezia Alessandro Ducci, l’omologo di Carrara Antonio Masiello e i rappresentanti degli enti territoriali: Stefano De Ferrari (Regione Liguria), Luigi Guccinelli (Regione Toscana), Franco Pomo (Comune della Spezia); era assente Carlo Lenzetti (Comune di Carrara). L’organo collegiale ha avallato le rappresentazioni del dirigente del Demanio Luca Perfetti in ordine alla necessità primaria di salvare 25 posti di lavoro e dare modo ad Arpal ed Università di Genova - incaricate dalla Regione - di completare la studio per trovare la quadra fra le variabili attenzionate ai fine dell’ancoraggio off shore - profondità, correnti e venti dominanti - dei vivai, comunque da concepire per reggere alle mareggiate. E stata così accolta l’istanza della società Piscicoltura per un ulteriore slittamento della concessione demaniale che si sviluppa su 400 metri lineari di arenile e 24mila metri quadrati specchio acqueo, quello occupato dalle vasche per l’allevamento di orate, branzini e ombrine. Lo spicchio di mare in prossimità di punta Pezzino, stando alle volontà del Comune di Porto Venere, avrebbe dovuto essere liberato da tempo dall’impianto di itticoltura, lì presente da 35 anni. Questione di contrasto con la variante al Piano urbanistico comunale risalente al 2005 (deliberato all’epoca in cui era sindaco Salvatore Calcagnini), rilanciata nel 2021 dall’amministrazione di Matteo Cozzani e dai consiglierei di minoranza come elemento di sbarramento alle proroghe della concessione demaniale che si sono poi succedute. L’itticoltura di Pezzino fa capo all’imprenditore romano Pietro Lococo che gestisce anche impianti a Gaeta, Follonica Licata e Petrosino. Corrado Ricci

Cronaca

L’osservazione del Comune di Porto Venere tesa a contrastare la permanenza dell’impianto di itticoltura davanti a punta Pezzino per il recupero dell’area non scalfisce la determinazione dell’Autorità di sistema portuale a dare corso all’attività produttiva in sito ancora per tutto il 2023. Lo spettro temporale è quello previsto per la conclusione dello studio promosso dalla Regione Liguria per l’individuazione di una nuova area idonea all’allevamento al largo del Golfo della Spezia, almeno ad un chilometro dalla costa. La prospettiva è uscita rafforzata dal recente voto unanime dei componenti del Comitato di gestione dell’Authority presieduto da Mario Sommariva e di cui fanno parte il direttore marittimo della Liguria Sergio Liardo, il comandante della Capitaneria di porto della Spezia Alessandro Ducci, l’omologo di Carrara Antonio Masiello e i rappresentanti degli enti territoriali: Stefano De Ferrari (Regione Liguria), Luigi Guccinelli (Regione Toscana), Franco Pomo (Comune della Spezia); era assente Carlo Lenzetti (Comune di Carrara).
L’organo collegiale ha avallato le rappresentazioni del dirigente del Demanio Luca Perfetti in ordine alla necessità primaria di salvare 25 posti di lavoro e dare modo ad Arpal ed Università di Genova - incaricate dalla Regione - di completare la studio per trovare la quadra fra le variabili attenzionate ai fine dell’ancoraggio off shore - profondità, correnti e venti dominanti - dei vivai, comunque da concepire per reggere alle mareggiate. E stata così accolta l’istanza della società Piscicoltura per un ulteriore slittamento della concessione demaniale che si sviluppa su 400 metri lineari di arenile e 24mila metri quadrati specchio acqueo, quello occupato dalle vasche per l’allevamento di orate, branzini e ombrine. Lo spicchio di mare in prossimità di punta Pezzino, stando alle volontà del Comune di Porto Venere, avrebbe dovuto essere liberato da tempo dall’impianto di itticoltura, lì presente da 35 anni. Questione di contrasto con la variante al Piano urbanistico comunale risalente al 2005 (deliberato all’epoca in cui era sindaco Salvatore Calcagnini), rilanciata nel 2021 dall’amministrazione di Matteo Cozzani e dai consiglierei di minoranza come elemento di sbarramento alle proroghe della concessione demaniale che si sono poi succedute. L’itticoltura di Pezzino fa capo all’imprenditore romano Pietro Lococo che gestisce anche impianti a Gaeta, Follonica Licata e Petrosino.
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