Tutto chiuso alle 18. "Così non ci rialziamo"

Associazioni di categoria polemiche con il Governo: "Doppi turni nelle scuole e orari di lavoro rimodulati. Ma per questo serve coraggio"

Movida (foto repertorio)

Movida (foto repertorio)

La Spezia, 26 ottobre 2020 - Le nuove misure varate ieri dal Governo fanno già tremare le vene ai polsi delle piccole imprese del territorio. La chiusura di palestre e centri benessere, ma soprattutto la stretta imposta a bar e ristoranti – con stop obbligato alle 18 – potrebbe essere la mazzata definitiva per centinaia di aziende che in questi mesi hanno retto, travolte dalla valanga della pandemia, soltanto grazie a uno sforzo senza precedenti in termini di pazienza, creatività e investimenti fatti per adeguare le strutture a un quadro normativo in costante mutamento. Ora lo spettro di nuovi possibili restrizioni. La reazioni delle associazioni di categoria è comprensibilmente dura.

«Le nuove limitazioni imposte dal Dpcm – commenta il direttore di Cna, Angelo Matellini – sono dettate dal fatto che la curva dei contagi è in crescita. La Liguria resta zona rossa, dunque, non possiamo esimerci dall’applicare maggiori cautele. Tuttavia la chiusura alle 18 delle attività per alcune realtà diventa un azzeramento totale del proprio incasso. È stato richiesto un grande sforzo alle imprese, ai negozi, ai ristoranti e ai bar per l’adeguamento alle misure anti-contagio e ora si procede con un provvedimento che non tiene conto dei luoghi dove effettivamente si corrono i maggiori rischi. Constatato che ci si infetta prevalentemente in casa tra conviventi e sui mezzi di trasporto, bisognerebbe intervenire su questi settori, per ottenere dei risultati. Dopo mesi di convivenza con il Covid sarebbe stato più opportuno prevedere protocolli con limitazioni da applicare a seconda dei diversi livelli di contagio. Come per esempio avviene per l’allerta meteo".

Non è da meno Giuseppe Menchelli, direttore Confartigianato: "Per ridurre gli assembramenti non è forse più utile istituire doppi turni nelle scuole e rimodulare gli orari di lavoro nelle fabbriche e negli uffici? Certo, ci vuole coraggio. È molto più semplice chiudere bar e ristoranti alle 18, imporre lezioni a distanza e smart working diffuso nel pubblico senza prevedere nessun controllo. Come sempre a pagare inefficienze e poco coraggio saranno le imprese e tutti i cittadini".

Fortemente polemico Roberto Martini, di Confcommercio: "Siamo profondamente preoccupati e arrabbiati. Le imprese hanno speso molti soldi per adeguarsi alle normative Covid e ora ci dicono che questo sforzo non è servito a nulla. Non hanno ascoltato le associazioni e neanche le Regioni che avrebbero attenuato il crollo. La chiusura alle 18 di bar e ristoranti creerà molti problemi anche al commercio. Ora aspettiamo veri e sostanziosi aiuti a tutte le attività economiche senza burocrazie assurde".

Preoccupato anche l’assessore alle attività produttive del Comune della Spezia, Lorenzo Brogi: "Si continua a dire che non si vogliono fare lockdown ma sostanzialmente si stanno facendo, perché la chiusura di bar e ristoranti alle 18 oltre a danneggiare in modo irreversibile gli stessi operatori e il commercio in sede fissa, che sprofonderà senza la forza trainante del food".