Truffa da 15mila euro ad azienda vinicola

Merce ordinata da Roma e pagata con un assegno scoperto, ma i carabinieri di Riomaggiore hanno smascherato i responsabili

I carabinieri di Riomaggiore hanno condotto le indagini scoprendo la truffa

I carabinieri di Riomaggiore hanno condotto le indagini scoprendo la truffa

Riomaggiore (La Spezia), 1 agosto 2020 - Dalla denuncia presentata da un’importante azienda vitivinicola delle Cinque Terre per una truffa da 15mila euro, i carabineri della stazione di Riomaggiore hanno portato a termine una complessa attività investigativa che si è sviluppata fino a Roma.

L’imprenditore della Cinque Terre era stato contattato da un commerciante con varie attività nella capitale, per acquistare vino e olio con pagamento alla consegna della merce. Il corriere della ditta spezzina riceveva un assegno dell’importo di 15mila euro, pari alla fattura emessa, che al momento della riscossione era risultato scoperto.

L’imprenditore, dopo vari infruttuosi tentativi di stabilire un contatto con il cliente, aveva sporto denuncia ai carabinieri di Riomaggiore. L’attività investigativa ha appurato che l’assegno utilizzato per il pagamento faceva parte di alcune migliaia di titoli di credito risultati smarriti, in Campania, durante il cambio sede di una filiale di un importante istituto bancario avvenuto nel mese di novembre 2018. Nel proseguo dell’attività i militari hanno identificato il magazziniere che consegnò l’assegno al corriere: un albanese di anni 38, domiciliato a Roma, che è stato denunciato. Le verifiche si sono quindi estese alla srl con sede nella capitale, che ha contrattato la consegna della merce. L’intestatario dell’utenza telefonica utilizzata per gli accordi di compravendita era di un uomo di 56 anni, di origine romana, residente all’estero.

Il 12 marzo scorso i carabinieri di Riomaggiore, unitamente a personale della compagnia della Spezia e di Roma, col supporto dei reparti speciali dell’Arma, hanno eseguito 5 perquisizioni su altrettanti obiettivi nella capitale. In un appartamento nella disponibilità dell’indagato sono stati rinvenuti documenti, timbri di società, dispositivi per firme digitali, numeri di conti correnti, fotocopie di documenti d’identità di persone risultate ignare; è stato anche rinvenuto un assegno dal quale, grazie ai successivi accertamenti, è emerso come l’appartamento fosse di proprietà di una persona ignara ma, di fatto, in uso all’intestatario dell’utenza telefonica usata per gli accordi di compravendita. I documenti rinvenuti all’interno dell’appartamento, sono stati tutti sequestrati. Con grande sorpresa per i militari è stata constatata la chiusura, avvenuta pochi giorni prima, dell’esercizio commerciale nel quale sarebbe avvenuta la consegna della merce pagata con l’assegno. La merce recapitata dalle Cinque Terre non è stata rinvenuta. E’ stato rinvenuto e sequestrato un telefono cellulare contenente la sim utilizzata per accordare lo scambio, trovato nella disponibilità dell’albanese.