Treni, rincaro dei biglietti Paita porta il caso a Roma

La senatrice di Italia Viva ha presentato un’interrogazione al ministro Salvini. Sotto la lente anche il mancato disvelamento degli ’omissis’ del contratto

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È destinata a finire in Parlamento la vicenda degli ennesimi rincari delle tariffe del trasporto ferroviario in Liguria. Aumenti applicati da Trenitalia a partire dal 1° gennaio, sulla base del contratto di servizio sottoscritto con la Regione Liguria nel 2018, e che hanno mandato su tutte le furie i comitati, come quello dei pendolari e degli operatori delle Cinque terre, da tempo impegnato in una battaglia senza campo contro il gestore del servizio ferroviario. A presentare un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti è stata la senatrice spezzina Raffaella Paita. "Il Comitato ha denunciato il rischio che già da gennaio 2023 le tariffe dei treni regionali subiscano un rincaro pari al 6%, e denunciano anche la tariffa di 5 euro a tratta già in vigore per il ‘5 Terre Express’, la metropolitana leggera che da marzo a novembre offre un treno ogni 20 minuti, per la quale i turisti sono costretti a pagare 5 euro anche per corse di soli 50 secondi, come quella tra Manarola e Riomaggiore che si è guadagnata il triste primato di tratta ferroviaria più cara d’Europa".

Questo dice Paita, che sul braccio di ferro avviato anni fa nel nome della trasparenza dal Comitato delle Cinque terre contro Trenitalia per rendere pubblico il contratto di servizio che lega il colosso dei trasporti a Regione Liguria, spiega che "il Consiglio di Stato si è già pronunciato a suo favore, intimando di togliere gli omissis ad alcuni allegati del contratto di servizio che Regione Liguria ha stipulato nel gennaio 2018 con Trenitalia, senza però che né la Regione né l’azienda abbiano ancora ottemperato; il contenuto degli omissis serve a comprendere la ratio degli aumenti e la pianificazione degli stessi per come sono previsti per il prossimo futuro, nonché i ricavi da tariffa e i costi dell’intero servizio regionale, mentre la scelta di oscurarli rende impossibile non solo per i cittadini ma anche per i loro rappresentanti nelle istituzioni regionali e nazionali valutare la congruità degli investimenti previsti e la politica del trasporto pubblico".

Da queste considerazioni, la richiesta della senastrice del Terzo polo al ministro per sapere "se sia a conoscenza dei fatti e quali iniziative intenda adottare perché i cittadini liguri siano messi a conoscenza delle condizioni del contratto di servizio stipulato e perché vengano scongiurati aumenti tariffari indiscriminati e non collegati ad alcun miglioramento effettivo del servizio".