Torna l’ombra del piromane sull’Antoniana Lotta estenuante alle fiamme, poi la bonifica

Rientri volontari dei vigili del fuoco, rinforzi da Alessandra e Genova. In nottata gli ultimi presidi per stoppare eventuali riprese

Nessuna casa aggredita dal fuoco grazie agli "scudi" d’acqua notturni di vigili del fuoco e volontari della Protezione civile e alle "cascate" diurne mirate ad opera dell’acrobata della Heliwest, la società privata che opera su mandato della Regione Liguria. Ma ferite pesanti all’ambiente: boschi e colture andate in cenere; fumo che ha fatto cappa sulla città, schiacciato dall’alta pressione atmosferica. Narici e polmoni messi a dura prova, soprattutto quelli degli abitanti dell’Antoniana, dalla fascia collinare sottostante la frazione di Sarbia al dedalo di tornanti della Variante Aurelia che prende forma davanti al centro commerciale Le Terrazze

Esperienze già vissute per loro. Storie pregresse che alimentano il sospetto di un ritorno di fiamma ad opera di un piromane. Lo ipotizzano anche i Carabinieri forestali delegati dal pm Monica Burani ad effettuare accertamenti. Fra i primi atti avviati, la raccolta dei dati di archivio relativi agli incendi avvenuti in passato nella zona. Due furono particolarmente estesi; risalgono all’8 agosto del 2015 e al 24 agosto del 2018; per sedare il primo ci vollero due giorni; il secondo si risolse in mezza giornata. Ma la serie dei fenomeni sospetti è più lunga, tenuto conto anche degli incendi spot, domati in manciate di ore. "Almeno una decina" sostiene una qualificata fonte investigativa. Una sfida aperta? Di certo una circostanza legittima la domanda, oltre la ricorrenza dei roghi negli ultimi anni. Proprio a fronte di questa, nel 2020, vennero installate delle ’foto-trappole: apparecchi per effettuare riprese-spia sul fronte attenzionato, che era lo stesso dell’area da cui, mercoledì, si sono originate le fiamme. Risultato: il giorno dopo la rimozione degli impianti - rimasti attivi per un periodo considerevole - si era verificato un nuovo incendio.

"Sono circa otto gli incendi di cui ho memoria" dice Franco Delle Piane, l’uomo che mercoledì ha dato l’allarme dopo aver visto le fiamme allungarsi sulla soglia di casa, in via Antoniana 92, sportosi all’esterno perchè attratto dal crepitare" del fuoco colto durante un riposino in cantina.

"In passato pensavamo che fossero azioni finalizzate all’edificazione nella collina; poi il piano regolatore è stato modificato prevedendo, nelle aree interessate dal fuoco, interventi edilizio solo dopo 2030 anni. Sta di fatto che anche in pendenza delle nuove anti cemento, le fiamme sono ritornate".

La sua idea sulla loro genesi?

"Se non è autocombustione per effetto del caldo africano non può che esserci la mano di un piromane".

Danni?

"Fortunatamente solo un po’ di orto è andato in cenere; i terreni più consistenti li ho alle spalle. Ma i vicini hanno perso olivi, filari di vite, arnie. Se la situazione non è degenerata è stato per il tempestivo intervento di vigili del fuoco e volontari della Protezione civile. A loro va un grande grazie per l’azione di contrasto immediata e per i presidi notturni quando le fiamme si erano estese verso la zona bassa dell’Antoniana". Un’autobotte anche ieri pomeriggio è rimasta nei pressi dell’abitazione di Franco nell’eventualità della ripresa dei focali sopiti.

Una precauzione all’interno dell’ampio dispositivo coordinato dalla centrale operativa dei Vigili del fuoco, tra richiami in servizio di operatori in riposo (con adesione volontaria), mobilitazione di squadre ad hoc e rinforzi giunti da Alessandria e Genova. E’ lì, nel cuore della nuova caserma, che sono state orientate le articolate azioni offensive connesse agli avvistamenti da terra e alle ’visioni’ aeree dall’elicottero. In ausilio, sofisticate applicazioni informatiche. Così ieri come ogni giorno; gli ultimi - tenuto anche conto dei roghi di Framura, Bastremoli, Follo e Santo Stefano - particolarmente intensi sul fronte del fuoco. Per gli operatori nemmeno il tempo di scattare le foto con le quali sono soliti accompagnare i report ai media. Un tour de force condiviso con gli operatori della Protezione civile.

Corrado Ricci