Tino, dagli scavi affiorano gli indizi di una villa romana

Ecco i risultati della nuova campagna archeologica . La Soprintendenza rilancia per ulteriori ricerche

"I reperti rinvenuti nell’ultima campagna di scavi sull’isola del Tino hanno confermato che l’insediamento risale ai primi secoli dopo Cristo". Lo puntualizzerà oggi pomeriggio alle 17, nel salone di Tls, l’archeologa Aurora Cagnana nell’iniziativa, a cura della Diocesi spezzina, che segna l’avvio delle celebrazioni di San Venerio. Le abbiamo chiesto qualche anticipazione.

Cosa è stato rinvenuto?

"Tegoloni da copertura dei tetti, frammenti di anfore con tracce di iscrizioni dipinte, ceramica di importazione dal nord-africa. Attestano che il primo insediamento romano doveva avere una notevole ricchezza".

Una dimora per patrizi?

"Molto probabilmente si trattava di una villa, simile a quelle rinvenute in altre isole dell’arcipelago toscano, che molti elementi hanno in comune con il Tino. Sicuramente non era grande cone quella del Varignano".

Emersioni connettibili con altre epoche storiche?

"Di grande interesse anche le sepolture medievali, sistemate in strutture addossate ai muri del convento. Secondo le disposizioni della Chiesa, gli inumati non erano dotati di corredo, ma avevano alcuni elementi dell’abbigliamento, come cinture in cuoio delle quali si è conservata solo la fibbia in metallo. Anelli digitali, frammenti di boccali e scodelle di maiolica arcaica pisana gettati dopo la fine dell’utilizzo della tomba".

Datazioni da rivisitare?

"Nuovi studi sulle opere murarie sembrano rimettere in discussione le datazioni tradizionalmente accettate; la fase romanica, in particolare, risalente all’epoca di fondazione del monastero (1050 – 1080) si rivela più imponente di quanto si è ritenuto fino ad oggi. Non meno importante è però l’obiettivo, auspicabile con nuovi finanziamenti, di rendere visibili i resti emersi e di progettare un’area archeologica visitabile con apposito percorso".

Sarebbe splendido! Per una percezione pubblica del lavoro meritevole di sviluppo...

"Posso anticipare che la Soprintendente, architetto Cristina Bartolini, ha avviato l’istruttoria per chiedere al Ministero della Cultura nuovi finanziamenti per raggiungere tale obiettivo".

Intanto è destinato all’apprezzamento diffuso il restyling effettuato, sempre dalla Soprintendente (istruttoria avviata nel 2020 dal soprintendente Vincenzo Tinè, sviluppata dal successore Manuela Salvitti e portato a compimento da Cristina Bartolini). Domani, intanto, alle 18, nella pieve di San Venerio, la messa presieduta dal vescovo Luigi Ernesto Palletti. Lunedì 12 settembre, alle 17,30, messa in cattedrale con successiva processione fino al molo Italia e poi (via mare) a Porto Venere; il 13 la messa al Tino (per le sole autorità); alle 12 la benedizione dei natanti davanti all’isola

Corrado Ricci