Tecnologia 3D nel museo di Luni Sarà applicata su statue in marmo

Un arricchimento del percorso che rientra nell’ambito della ristrutturazione curata dalla Sovrintendenza

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Il processo di ammodernamento del museo archeologico di Luni si affiderà non solo alle nuove opere infrastrutturali, in parte già avviate, ma anche alla ventata di tecnologia che consentirà di "animare" le statue. La collaborazione instaurata tra la direzione regionale musei Liguria e il dipartimento di ingegneria civile, chimica e ambientale dell’Ateneo di Genova ha consentito infatti di poter agire su quattro opere custodite nel museo e renderle così visibili anche in 3D. Uno studio portato avanti nei mesi acquisendo le superfici delle quattro statue lapidee di grandi dimensioni dopo il loro trasferimento dal vecchio museo che sarà abbattuto a breve all’interno dei saloni dei Casali Groppallo che dopo l’adeguamento sismico saranno le nuove aree di visita oltre a ospitare mostre e conferenze. Intanto scadrà giovedì il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse alla gara per la demolizione del vecchio museo archeologico di Luni. La scadenza era in realtà fissata ai giorni scorsi ma la direzione regionale dei musei della Liguria ha ritenuto necessario il prolungamento di presentazione delle offerte dopo aver ricevuto una richiesta di chiarimenti. Quindi per garantire ulteriori informazioni e la massima trasparenza delle operazioni la data di consegna della documentazione è stata prorogata a questa settimana.

Rientra nel piano di restyling dell’area avviato dalla direzione in accordo con la Soprintendenza con relativa messa in sicurezza dei Casali e il trasferimento dei reperti presenti nel museo. La demolizione della struttura degli anni ’70 avrà un costo di quasi 280 mila euro e i lavori dureranno due mesi. Il finanziamento complessivo comprende la demolizione, la messa in sicurezza dell’area archeologica su cui è edificato il museo e il trasporto in discarica dei materiali. L’intera area museale ha ricevuto dal Ministero dei beni Culturali oltre 2 milioni di euro per far fronte a numerosi interventi, in particolare il riutilizzo dei casali all’interno dei quali sono state in parte trasferite le opere contenute nel museo.

Massimo Merluzzi