"Tassa di sbarco alle Cinque Terre". I sindaci Pecunia e Resasco premono

Ma Moggia frena :"Non gabelle ma regolamentazione dei flussi"

 L’ente fa cassa con le card

L’ente fa cassa con le card

Spezia, 4 gennaio 2019 - Un 'tesoretto' annuo per i Comuni delle Cinque Terre, complessivamente oscillabile da 3,5 a 35 milioni di euro. E’ quello che potrebbe riversarsi sul nostro territorio-perla, con un’iniziativa legislativa ad hoc improntata al principio dell’analogia con Venezia, là dove la nuova legge di bilancio consente al Comune della città lagunare di adottare, in alternativa all’imposta di soggiorno, il contributo di sbarco previsto per le isole minori, da uno a 10 euro a persona. Facendo riferimento al dato stimato di 3,5 milioni di turisti all’anno alle Cinque Terre, ecco che verrebbe fuori il gettito capace - in un sol colpo - di mettere in moto iniziative per fronteggiare il dissesto e migliorare i servizi ai turisti, magari confidando anche in un allentamento dell’impatto che mette sotto stress territorio e residenti.

Ci spera il sindaco di Riomaggiore Fabrizia Pecunia, che durante il tour de force dell’approvazione parlamentare, il 28 dicembre, aveva premuto per l’estensione alle Cinque Terre della norma. Ora rilancia: «E’ quello che ci vuole per mettere in condizioni i Comuni di aver dei ritorni dal turismo mordi e fuggi, in transito per un solo giorno, là dove ora lo stesso non si risolve in linfa economica anzi in un assedio su un territorio già fragile. Giusto che siano i vettori di trasporto fare da snodo dell’incasso: Trenitalia in primo luogo». Pecunia ricorda che fin dall’estate scorsa - al tavolo interenti composto dai Ministeri per l’ambiente e per il turismo, Regione, Parco e Comuni - aveva posto il tema «dell’importanza di individuare meccanismi di recupero di risorse dal turismo di passaggio che attualmente gli enti non riescono ad intercettare e che potrebbero essere altresì dedicate all’erogazione di servizi, a specifiche attività agricole, al recupero di aree degradate, alla manutenzione dei sentieri».

Sposa il ragionamento il sindaco di Vernazza, Vincenzo Resasco: «Il tema dell’autodifesa delle 5 Terre è all’ordine del giorno. Il ticket di ingresso potrebbe essere un’opportunità. Da studiare, nel caso prenda forma la norma, la sua connessione con la carta dei servizi e il già presente contributo di un euro a passeggero dal fronte dei battellieri, oggetto di contenzioso al Tar. Occorre fare sistema, magari convocando al prossimo tavolo interenti anche i parlamentari spezzini. Di certo occorre sviluppare di pari passo il tema della salvaguardia dell’identità del territorio, anche sul piano della qualità dell’offerta turistica.

Dobbiamo puntare sui nostri prodotti tipici, non sui kebab che si affacciano all’orizzonte». Ragiona sull’opportunità della tassa di sbarco, ma non un approccio preliminarmente problematico-frenante, il sindaco di Monterosso Emanuele Moggia: «La domanda è: l’obiettivo è fare cassa o rendere più fruibile la visita dei luoghi ai turisti e - soprattutto- vivibile i paesi per i residenti in modo da preservarne l’anima e l’identità? Dico questo anche perché proprio il sindaco di Capri conferma che l’imposizione di un ticket di ingresso non scoraggia assolutamente l’arrivo di grandi numeri. Non vorrei poi che passasse l’idea che chi ha i soldi può tutto. La priorità non è l’imposizione di una gabella ma la regolamentazione nel tempo e nello spazio gli accessi, magari dando vita ad un centro unico di prenotazione, capace di orientare i flussi. Per questo è fondamentale la concertazione tra enti, occorre fare sistema ma davvero».