La sparatoria di Spezia. Uccide il rivale in amore: "L'ho fatto per altruismo"

L'uomo, un maresciallo dell'Aeronautica, ha sparato cinque al petto di Vincenzo D'Aprile

A destra l'omicida, Francesco Ruggiero. A sinistra la vittima, Vincenzo D'Aprile

A destra l'omicida, Francesco Ruggiero. A sinistra la vittima, Vincenzo D'Aprile

La Spezia, 11 marzo 2019 - Cinque colpi sparati in rapida successione, con una pistola detenuta legalmente, una Glock calibro 9. Così lo stimato maresciallo dell’Aeronautica, Francesco Ruggiero – 46 anni, originario di Paolisi in provincia di Benevento, dal 2016 in forza alla base di Cadimare – si è trasformato in omicida, strappando alla vita il rivale in amore, Vincenzo D’Aprile, detto Enzo, 56 anni, ristoratore di Cadimare.

Lo ha fatto accecato dalla gelosia per il ritorno di fiamma di una relazione che pensava superata, alla vigilia della prima udienza della causa di divorzio fra l’uomo e la moglie, Nicoletta Novelli, donna che era stata l’amante del maresciallo (a sua volta diviso dalla moglie) ma che negli ultimi tempi si era riavvicinata al marito ristoratore. Enzo si stava prendendo cura di lei, dopo aver avuto notizia di una malattia che l’aveva colpita. Ruggiero ha agito attorno alle 13, sulla rotatoria di piazzale Ferro, alla vista della «ricomposizione» familiare, davanti occhi della moglie Nicoletta Novelli e dei figli Micol e Gregorio. Poi la fuga, a bordo della Fiat 500 presa a noleggio per tendere l’agguato. Nulla da fare per il ristoratore di Cadimare. I colpi lo hanno attinto alle spalle e al cuore, secondo i rilievi dei medici legali dell’Asl Luciano Serusi e Pinuccia Branca. Dalle 13 alle 15, due ore di ansia montante, di caccia all’uomo, di posti di blocco in città, in provincia. Fino alla prima notizia veicolata dalla Polizia, alle 15,14: «L’omicida è già stato identificato. In Questura sono in corso interrogatori per ricostruire la dinamica del fatto e il movente».

Ruggiero, braccato e assalito dai sensi di colpa, si era costituito poco prima. Per farlo ha scelto la caserma del Carabinieri. La fine dell’incubo per un assassino in circolazione. L’inizio della ricomposizione del mosaico del delitto, attraverso le dichiarazioni dei familiari della vittima, dei testimoni di piazzale Ferro e la confessione dell’omicida. Lui - trapela da fonti investigative - avrebbe attribuito dell’«altruismo» al suo gesto. Dichiarazioni spontanee le sue, senza la presenza del difensore e in assenza - è stato verificato - di denunce della donna per maltrattamenti. Poi l’interrogatorio al Palazzo di Giustizia, condotto dal procuratore Antonio Patrono che ha affiancato la giovane pm di turno Monica Burani, al suo primo caso di omicidio. Un caso chiuso, o quasi, sul piano giudiziario. Mentre montano dolore e sgomento, nel borgo di Cadimare dove civili e militari sono chiamati all’ennesima prova della coesione.

Corrado Ricci