Sos dal commercio: "Regole da rivedere"

Le associazioni di categoria incontrano il prefetto: "Il Decreto Ristori non è sufficiente: è necessario poter lavorare in sicurezza"

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La revisione di alcune misure contenute nel Dpcm che penalizzano oltremodo aziende e imprenditori, ma anche ristori e, soprattutto, azioni che ridiano dignità a chi, dopo aver rispettato a proprie spese ogni misura imposta dal governo, ora è costretta a veder ridimensionata (o peggio, chiusa) la propria attività. È stato un grido di allarme a tutto tondo, quello lanciato al prefetto ieri in videoconferenza dai referenti delle quattro associazioni della piccola e media impresa di cui si compone Rete imprese Italia.

Giuseppe Menchelli di Confartigianato, Alessandro Ravecca di Confesercenti, Gianfranco Bianchi di Confcommercio e Angelo Matellini di Cna hanno fatto presente al prefetto Maria Luisa Inversini le forti criticità del Dpcm e le difficoltà di tanti imprenditori spezzini. "Abbiamo chiesto – hanno spiegato i referenti delle quattro associazioni – anche alla luce delle proteste spontanee e della crescente rabbia delle categorie più colpite dalle chiusure, un ripensamento su alcune misure, oltre ad interventi immediati a sostegno delle categorie. Al prefetto abbiamo rappresentato le esigenze delle nostre attività interessate dalle nuove limitazioni e dei settori, che pur non interessati dalla chiusura, ne stanno subendo le pesanti conseguenze. La bozza del Decreto Ristori nel complesso è un primo passo nella giusta direzione ma ancora non sufficiente. Le imprese vanno infatti adeguatamente e tempestivamente indennizzate dei danni subiti ma anche tutelate nella loro dignità, che non si concretizza solo con un ‘ristoro di cittadinanza’, ma consentendo loro di lavorare in sicurezza".

Le associazioni auspicano che non ci siano "dispersioni di risorse verso chi non ha subito danni, che devono essere destinate rigorosamente ed esclusivamente al sostegno dello sviluppo e della ripresa". Nel mirino anche l’abuso dello smart working da parte della pubblica amministrazione. "Lo stato e la pubblica amministrazione facciano la loro parte nell’evitare che l’utilizzo indiscriminato dello smart working non crei ulteriori difficoltà come ci viene segnalato da molte imprese" lamentano i referenti delle quattro associazioni.

Il primo risultato immediato ottenuto da Rete imprese Italia è stata l’apertura, da parte della Prefettura, di un tavolo di confronto con le categorie commerciali più colpite dalle restrizioni, dove sarà rappresentata anche l’Agenzia delle Entrate, per garantire la massima celerità nell’erogazione di indennizzi e ristori da parte del Governo. "L’incontro è stato molto utile perché il ruolo delle associazioni di categoria – ha dichiarato il prefetto Inversini – è estremamente importante in questo momento. Le associazioni, infatti, possono assicurare una comunicazione interna costante con i propri associati e diventare punto di riferimento affinché gli indennizzi per le categorie più colpite dalle chiusure e dai divieti siano erogati con la massima celerità. Attraverso l’istituzione del tavolo e l’attività della Consulta territoriale presso la Camera di Commercio sarà mia cura ascoltare, valutare tutte le proposte e trasferire tutte le esigenze che provengono dalle categorie economiche".

Matteo Marcello