Siccità, siamo in alta severità idrica "Sarà chiesto lo stato di emergenza"

Genova sta predisponendo la domanda per avere accesso alla prossima tranche di finanziamenti statali. Lo scopo è evitare la prospettiva di un razionamento dell’acqua potabile. E risarcire le imprese danneggiate

Migration

Non c’è la Liguria nel primo provvedimento con cui il Consiglio dei ministri ha decretato lo stato di emergenza per la siccità, fino al prossimo 31 dicembre, in cinque Regioni: sono Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto, per le quali sono stati stanziati e ripartiti 36,5 milioni di euro per far fronte ai primi interventi. Nella prossima riunione analogo provvedimento sarà adottato anche per altre Regioni, fra cui la Liguria. Ieri, il governatore regionale Giovanni Toti ha annunciato che entro pochi giorni firmerà "la richiesta di stato di emergenza per la Liguria: i nostri uffici stanno proseguendo con grande rapidità il lavoro di elaborazione dei dati raccolti per fornire tutti gli elementi istruttori necessari al Dipartimento nazionale di Protezione civile".

Questo, anche alla luce del riconoscimento, avvenuto l’altro ieri, dello stato di ‘alta severità idrica’ per tutto il territorio ligure da parte dell’Osservatorio di Bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale. "Lo stato di alta severità idrica, definito dall’Osservatorio di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale per la Liguria – spiegano il presidente Toti e l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone – è il tassello fondamentale per poter procedere con la richiesta al Governo. Per questo la nostra regione si inserirà subito dopo il gruppo di testa delle Regioni vicine a noi, che sono state colpite di più e prima di noi da questo problema, legato alle alte temperature e alla mancanza di precipitazioni. Lo stato di emergenza – proseguono Toti e Giampedrone – prevede, prima di tutto, un’ordinanza nazionale con investimenti per interventi emergenziali: nella richiesta illustreremo quelli individuati insieme agli enti gestori del servizio idrico integrato e indispensabili per scongiurare o comunque limitare il rischio di razionamento dell’acqua potabile. L’altra priorità – concludono – sono i risarcimenti alle imprese agricole e zootecniche colpite dalla siccità che, pur non avendo in Liguria le dimensioni di Emilia, Piemonte o Lombardia, verranno tutte inserite nel sistema di risarcimento nazionale". In base ai criteri che saranno individuati a livello nazionale per la quantificazione dei danni si potrà infatti anche consentire il ristoro a chi ha patito e sta patendo le conseguenze più gravi di questa situazione, in particolare per il settore agricolo e zootecnico. Una decisione, quella presa da Regione Liguria, sulla base dei monitoraggi in corso che anche nella nostra regione descrivono un quadro di elevata criticità, più accentuata nel ponente, dove molti sindaci hanno già messo in campo le misure previste dalle linee guida regionali, e anche sulla base delle previsioni, che non sono ottimistiche per le prossime settimane. La situazione più critica riguarda infatti il ponente ligure, anche a causa della dispersione idrica dovuta alle condizioni delle tubature. Per quanto riguarda invece gli invasi dell’area metropolitana, i volumi stoccati attualmente sfiorano complessivamente i 27milioni di metri cubi di acqua, avvicinandosi ai volumi dell’estate del 2003 ma oggi, a differenza di allora, il rilascio dal Brugneto verso il Piacentino è completato e il fabbisogno della città della Lanterna è calato.

Nello Spezzino, la situazione è attentamente monitorata, ma la siccità sta mettendo in ginocchio le aziende, tanto da portare già due settimane fa la Coldiretti a chiedere lo stato di calamità, sottolineando la grave difficoltà affrontate dalle aziende del settore zootecnico; ad essere colpiti dalla siccità anche l’olivicoltura, con le piante in evidente stress idrico, ed il basilico per il classico pesto alla genovese, che ha bisogno di irrigazione continua per crescere. Un allarme, quello legato alla sicità, ripreso anche dalla Confartigianato nazionale, che nel denunciare le difficoltà incontrate dalle aziende dei comparti manifatturieri (quelli con la maggiore intensità di utilizzo dell’acqua; ndr), sottolinea come il fenomeno della dispersione idrica riguardi da vicino anche la provincia della Spezia, dove si stima una perdita del 53,4% dell’acqua immessa nella rete.

Matteo Marcello