Emergenza siccità: agricoltori in ginocchio, sorvegliati i vigneti

Diversi i settori ormai al tappeto a causa dell'assenza di pioggia

La siccità nei campi

La siccità nei campi

La Spezia, 3 agosto 2017 - Pomodori e lattuga da buttare, olivicoltura quasi al tappeto, vigneti sorvegliati speciali. La siccità che da mesi attanaglia lo Spezzino sta mettendo a rischio le produzioni agricole nostrane. Dalla Val di Magra alla Val di Vara, passando per la Riviera, i produttori vedono prosciugarsi col passare dei giorni fiumi e condotte irrigue.

E a pagarne le conseguenze sono frutta, verdura e vigneti. In Val di Magra, dove le sorti della produzione sono legate in larga parte all’attività del Consorzio Canale Lunense, la preoccupazione è alta, anche in virtù del fatto che sono molti i coltivatori che hanno visto parte della produzione ‘bruciata’ dalla mancanza d’acqua.

«Per il basilico è una buona stagione – spiega Roberto Cagnoli, produttore sarzanese – ma per l’olivicoltura è un anno disastroso: lo stress in fase di fioritura e durante l’allegagione ha pesato moltissimo sullo sviluppo del frutto, abbiamo stimato un calo del 60%. Non è per nulla un anno facile». Ad Ameglia, Nicola Giangaré ha stimato una diminuzione del 30% nella produzione.

«Senza acqua il processo di maturazione si velocizza, e non è un bene per gli ortaggi – sottolinea –, anche se con l’irrigazione si prova a ridurre i danni. Aumenterò i prezzi? Non credo, il prezzo lo fa il mercato: magari c’è chi applicherà rincari per qualche prodotto, ma ormai con la globalizzazione i margini sono minimi». Sempre in Val di Magra, è alta la preoccupazione di Antonella Bedini, sarzanese: «La produzione di ortaggi è già calata, e se il Canale Lunense taglierà l’approvvigionamento d’acqua, ci troveremo costretti a buttare tutto. Siamo in emergenza totale, se la siccità continuerà a non darci pace, anche la produzione invernale ne risentirà pesantemente. Per il momento non ho aumentato i prezzi, anche grazie alla vendita diretta».

In Val di Vara la situazione non cambia. Maurizio Areghi, produttore biologico, è chiaro: «Le patate quest’anno le abbiamo salvate per un pelo – afferma – ma comunque in generale ho subito un calo del trenta per cento. Aumentare i prezzi? Non posso, i prezzi sono quelli di mercato, anche se i prodotti sono biologici e dunque più buoni».

E l’uva? I vigneti della provincia sono arrivati a un punto di non ritorno: se la pioggia non farà capolino entro Ferragosto, la produzione potrebbe calare sensibilmente. Andrea Marcesini, produttore agricolo di Ortonovo che a causa della siccità già paga un calo del 50% nell’orticoltura, «tanto che non ho seminato neppure fagioli e zucche», guarda con speranza… alla pioggia. «Le barbatelle più giovani stanno soffrendo, ne ho già perse molte. La situazione può migliorare se piove prima di Ferragosto, altrimenti sarà dura: le uve di Vermentino resistono bene a queste situazioni, le altre, come Merlot e Sangiovese, rischiano di più».

Anche alle Cinque Terre il timore di un’annata a produzioni ridotte è sentimento diffuso. «Siamo al limite: se non piove, il rischio è una diminuzione del 30 per cento – taglia corto Heydi Bonanini –. A causa della siccità stanno andando in sofferenza anche le vigne più vecchie. E quest’anno, anche limoni e agrumi sono in sofferenza».

Matteo Marcello