Sfascia con la falce l’auto della ex

Scaricato, si vendica. Arrestato in flagranza dai carabinieri

 La falce usata dall’uomo è stata sequestrata dai carabinieri del Radiomobile

La falce usata dall’uomo è stata sequestrata dai carabinieri del Radiomobile

La Spezia, 13 ottobre 2019 - Scaricato dall’ex compagna, falliti tutti i tentativi di ricucitura del rapporto logoro, si è lasciato andare alla vendetta, imbracciando una falce. Nel mirino è finita la vettura della donna, parcheggiata in via Montepertico. L’uomo, un rumeno di 32 anni, ha infierito con violenza sull’auto, una Golf, arrivando al punto di ferirsi con la lama e perdere sangue in maniera copiosa.

L’arrivo dei Carabinieri si è risolto nella sua salvezza e in quel che restava della vettura. E’ accaduto la notte scorsa. A innescare l’intervento dei militari dell’Arma è stata la segnalazione di un cittadino allarmato al 112: «Sento rumori strani, come se stessero sfasciando un’auto...». Intervento-lampo quello dei carabinieri della Sezione Radiomobile del Nucleo operativo della Compagnia della Spezia. Prima premura: freddare i bollenti spiriti, soccorrere il ferito. Per farlo hanno proceduto all’arresto in flagranza per danneggiamento aggravato.

Quando i militari sono arrivati al Favaro, hanno trovato l’uomo a cavalcioni sul tetto; era intento a fare leva con la falce per sradicare la portiera posteriore destra.

Prima, con la lama, aveva rimosso le targhe, i tergicristalli e gli specchietti retrovisori. L’alito tradiva un eccesso di alcol. A domanda, ha riposto con la voce impastata: "Sono stato abbandonato dalla compagna, sono andato fuori di testa. Mi sono vendicato....".

Era molto agitato, ma la determinazione dei carabinieri - mista allo slancio nel soccorso - lo ha indotto a non andare oltre e a consegnarsi, senza opporre resistenza. Epilogo della nottata: il sequestro della falce, la medicazione del ferito al pronto soccorso, le verbalizzazioni di rito, il contatto stabilito dai carabinieri con l’ex compagna. La donna ha riferito che negli ultimi giorni aveva subito pesanti minacce e che, temendo per la sua incolunità, aveva sporto denuncia contro l’uomo in Questura. Lui lo ha saputo e, invece di darsi una calmata, è stato travolto dai sentimenti di vendetta.

Ieri, convocato in Tribunale per il processo per direttissima, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Unica richiesta al legale, l’avvocato Enrico Panetta, quella di tornare libero. Ciò è stato possibile con il patteggiamento della pena a 10 mesi di reclusione. Ha pronunciato la sentenza - all’esito dell’accordo fra avvocato Panetta e Pm Alessandro Casseri. il giudice Elisa Sforza, che ha diposto la misura cautelare dell’obbligo di firma giornaliera in caserma.

Corrado Ricci