Passa col rosso, multa annullata: la telecamera non era stata tarata

Il giudice: «Nulla attesta il corretto funzionamento del Vistared»

Lo spezzino era stato multato dai vigili urbani sulla base della fotografia scattata dal Vistared

Lo spezzino era stato multato dai vigili urbani sulla base della fotografia scattata dal Vistared

La Spezia, 10 dicembre 2018 - IL SEMAFORO era rosso, ma un automobilista spezzino che stava procedendo verso Calci non si è fermato, superando l’incrocio nel centro di Colignola, là dove insistono i negozi principali della frazione, e proseguendo la sua marcia. Non aveva fatto i conti, l’automobilista, con la telecamera installata proprio per ‘immortalare’ i guidatori indisciplinati, identificarli e sanzionarli. E anche quel giorno il Vistared, così si chiama l’apparecchio, ha fatto il suo dovere, scattando la foto nel momento del passaggio dell’auto a semaforo rosso. Poco dopo è arrivato il verbale e la sanzione che, al di là dell’aspetto puramente economico, comporta anche la decurtazione di sei punti dalla patente.

MA L’AUTOMOBILISTA spezzino si è rivolto ad un avvocato, incaricandolo di presentare ricorso ed opporsi al verbale. E ne ha scelto uno, di avvocati, particolarmente esperti in materia di codice della strada, Massimo Bertacchini, del foro di La Spezia, il quale ha chiesto l’invalidità dell’accertamento per mancata indicazione della funzionalità dell’apparecchio, del verbale di collaudo, del controllo periodico, nonché per vizi di rilevamento e dello strumento per inadeguata segnalazione. E ha avuto ragione.

IN PRATICA, l’avvocato Bertacchini è riuscito a dimostrare al giudice di Pace di Pisa, Dario Bongiorno, che quel Vistared, come gli altri strumenti elettronici addetti al rilevamento delle infrazioni, sono soggetti a verifica annuale di conformità della loro taratura e che non c’era un documento che dimostrasse che fosse tutto nella norma. Spetta, all’amministrazione far eseguire le verifiche ed eventuali tarature dell’apparecchio, a supporto della corretta funzionalità del dispositivo stesso e con obbligo di conservarela relativa documentazione per almeno cinque anni. Ebbene, nel caso specifico, il Comune – è scritto nella sentenza – «non ha fornito alcuna prova documentale attestante la verifica del corretto funzionamento», il che ha costretto il giudice a rilevare l’illegittimità dell’accertamento dell’infrazione perché avvenuto «con apparecchiatura di cui non è stato comprovato il corretto funzionamento». In sintesi: accolto il ricorso, annullato il verbale e Comune di San Giuliano Terme condannato al rimborso delle spese di lite (poco meno di 200 euro in tutto).