Seafuture sotto il fuoco incrociato del mondo pacifista e di quello sindacale dove i primi chiedono il ritorno della manifestazione alle origini sciogliendo i nodi che le lega al settore militare. I secondi chiedono investimenti, posti di lavoro per non perdere le professionalità che sono cresciute all’interno dell’Arsenale.
E così ieri il primo appuntamento con il mondo pacifista. Un lungo corteo di cittadini, ambientalisti e associazioni della società civile hanno partecipato alla manifestazione che ha preso il via da piazza Garibaldi e si è conclusa in piazza Chiodo con l’intervento di Marco Tarquinio, ex direttore dell’Avvenire. Hanno percorso via del Prione e fatto tappa in diversi punti del centro storico in ognuno dei quali si sono tenuti dei brevi interventi. Un appuntamento del Comitato “Riconvertiamo Seafuture“ che è di fatto una contestazione contro la piega che ha preso negli anni “Seafuture“. Partita circa otto anni fa come una vera e propria mostra della tecnologia del mare nel tempo si è lentamente trasformata fino a privilegiare sempre più la commistione tra il settore civile e militare . "Noi chiediamo – aveva sottolineato in un intervento Giorgio Beretta analista di Opal Brescia – che questa manifestazione torni ad essere una fiera civile per la tecnologia marina, la sostenibilità e concernente tutto quello che riguarda l’economia del mare". Alla sfilata anche Giorgio Pagano ex sindaco della Spezia e presidente dell’associazione culturale“ Mediterraneo“. Ma la protesta va avanti e non mancano i nuovi appuntamenti. Domani, alle 9 si terrà un presidio dei lavoratori della Difesa di fronte alla porta proncipale dell’Arsenale. Ad organizzarlo in modo unitario sono stati i sindacati della Funzione pubblici di Cgil, CIsl e Uil.