La voce sui segnal di ripresa dei traffici di container corre sui moli de La Spezia Container Terminal alimentando la speranza di una svolta duratura. Ma non basta per rassegnare gli animi sui quali pesano i report ufficiali del secondo semestre negativo del 2022 e del tonfo del primo mese dell’anno. Andiamo per ordine. Spezia Container Terminal ha chiuso il 2022 a quota 1.147.682 teu imbarcati e sbarcati, con una decrescita del 9,2 per cento rispetto a 1.263.518 Teu del 2021; i container movimentati sono stati 704.808, in calo del 9,8 per cento con riferimento ai dati dell’anno prima. Poi è arrivato gennaio. Non è partito sotto i migliori auspici tanto che il risultato di chiusura è di poco meno 34000 teu,(minimo storico per LSCT), che se raffrontato con il mese di Gennaio 2022 registra una flessione del 47 per cento dei movimenti. "E’ innegabile che il trend non è per nulla buono e sta cominciando a produrre effetti negativi sull’intera comunità portuale, a partire dai cosiddetti articoli 16 (operatori addetti alle operazioni portuali di carico, scarico, trasbordo, deposito, movimento in genere) dal cui fronte societario a inizio dicembre è emersa la richiesta, per ora respinta di poter accedere agli ammortizzatori sociali". Così l’allarme lanciato dalle segreterie territoriali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti e dalla Rsa di Lsct. La congiuntura internazionale connessa al conflitto in Ucraina era alla base della flessione, già palesatisi ad agosto (- 4,3 per cento rispetto al 2021) e raddoppiata ad epilogo dell’anno. Poi è arrivata l’escalation del Covid in Cina con i suoi riflessi sul sistema produttivo per la pandemia che impatta sulle fabbriche e nei porti e porta alla contrazione del personale al lavoro. Gli effetti indotti sono le ripercussioni sul traffico via container. Capita così non solo alla Spezia ma anche un po’ in tutti i porti del Mediterraneo, cugini liguri e toscani compresi. Alla Spezia, però, il trend sembra pesare un po’ di più. Ma nessuno intende spingersi ad ipotizzare una spiegazione locale. Chi sta soffrendo gli effetti della crisi del traffico containeristico a La Spezia, dove la quota di spostamento via ferro dei teu è da tempo la più alta d’Italia, è Mercitalia Rail, l’azienda del gruppo Ferrovie dello Stato che gestisce il servizio di trasporto merci su ferro. A valle di un incontro tenutosi nei giorni scorsi con Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl, Fast è emerso che su circa 220 addetti ai treni impiegati in Liguria "una buona parte del personale è stata messa in ferie d’ufficio in attesa di capire come gestire gli esuberi che si verranno a creare se non ci sarà la ripresa delle attività dei traffici marittimi". C’è la possibilità che lo stesso possa accadere anche anche sul fronte degli operatori de La Spezia Terminal Container. Sul punto pendono le trattative come spieghiamo nell’altra pagina. Corrado Ricci

Cronaca

La voce sui segnal di ripresa dei traffici di container corre sui moli de La Spezia Container Terminal alimentando la speranza di una svolta duratura. Ma non basta per rassegnare gli animi sui quali pesano i report ufficiali del secondo semestre negativo del 2022 e del tonfo del primo mese dell’anno. Andiamo per ordine. Spezia Container Terminal ha chiuso il 2022 a quota 1.147.682 teu imbarcati e sbarcati, con una decrescita del 9,2 per cento rispetto a 1.263.518 Teu del 2021; i container movimentati sono stati 704.808, in calo del 9,8 per cento con riferimento ai dati dell’anno prima. Poi è arrivato gennaio. Non è partito sotto i migliori auspici tanto che il risultato di chiusura è di poco meno 34000 teu,(minimo storico per LSCT), che se raffrontato con il mese di Gennaio 2022 registra una flessione del 47 per cento dei movimenti. "E’ innegabile che il trend non è per nulla buono e sta cominciando a produrre effetti negativi sull’intera comunità portuale, a partire dai cosiddetti articoli 16 (operatori addetti alle operazioni portuali di carico, scarico, trasbordo, deposito, movimento in genere) dal cui fronte societario a inizio dicembre è emersa la richiesta, per ora respinta di poter accedere agli ammortizzatori sociali". Così l’allarme lanciato dalle segreterie territoriali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti e dalla Rsa di Lsct.
La congiuntura internazionale connessa al conflitto in Ucraina era alla base della flessione, già palesatisi ad agosto (- 4,3 per cento rispetto al 2021) e raddoppiata ad epilogo dell’anno. Poi è arrivata l’escalation del Covid in Cina con i suoi riflessi sul sistema produttivo per la pandemia che impatta sulle fabbriche e nei porti e porta alla contrazione del personale al lavoro. Gli effetti indotti sono le ripercussioni sul traffico via container. Capita così non solo alla Spezia ma anche un po’ in tutti i porti del Mediterraneo, cugini liguri e toscani compresi. Alla Spezia, però, il trend sembra pesare un po’ di più. Ma nessuno intende spingersi ad ipotizzare una spiegazione locale.
Chi sta soffrendo gli effetti della crisi del traffico containeristico a La Spezia, dove la quota di spostamento via ferro dei teu è da tempo la più alta d’Italia, è Mercitalia Rail, l’azienda del gruppo Ferrovie dello Stato che gestisce il servizio di trasporto merci su ferro. A valle di un incontro tenutosi nei giorni scorsi con Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl, Fast è emerso che su circa 220 addetti ai treni impiegati in Liguria "una buona parte del personale è stata messa in ferie d’ufficio in attesa di capire come gestire gli esuberi che si verranno a creare se non ci sarà la ripresa delle attività dei traffici marittimi". C’è la possibilità che lo stesso possa accadere anche anche sul fronte degli operatori de La Spezia Terminal Container. Sul punto pendono le trattative come spieghiamo nell’altra pagina.
Corrado Ricci

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