Svolta per il ponte crollato, nel mirino i costruttori

L’Autorità portuale, dopo l’input del sindaco per il ripristino, studia una struttura che superi i limiti della precedente per l’ingresso degli scafi a vela più grandi

Periti al lavoro per l’incidente probatorio per risalire alle responsabilità del crollo

Periti al lavoro per l’incidente probatorio per risalire alle responsabilità del crollo

La Spezia, 1 dicembre 2021 - Non solo progettisti, responsabile del procedimento, direttore del cantiere, collaudatore, attuale gestore e manovratori. Anche i costruttori del ponte levatoio della darsena di Pagliari inaugurato nel 2010 - e crollato il 12 maggio scorso - finiscono nel mirino nell’ambito dell’incidente probatorio disposto dal gip Fabrizio Garofalo su richiesta del procuratore della Repubblica Antonio Patrono e del sostituto Claudia Merlino, diretto titolare del fascicolo.

Sono i primi effetti dell’accertamento in contraddittorio che, proprio per la sua valenza garantista finalizzata a mettere gli indagati in condizione di difendersi (e controbattere fra loro...), porta all’allargamento dello spettro investigativo in relazione al tema dell’esecuzione materiale dell’opera. Parrebbero già palesarsi in questa fase gli ’scarica-barile’ indotti dalle linee difensive dei singoli indagati a motivo dei ruoli svolti da ciascuno nella genesi e nell’operatività della struttura, ruoli intersecanti sulla stessa, a cominciare dagli oneri di sorveglianza e manutenzione, comunque discendenti dalle dinamiche costruttive, quelle ora oggetto di attenzionamento diretto nell’ambito del lavoro dei periti nominati dal gip per far luce su cause e responsabilità del crollo. Si tratta come è noto di due docenti del Dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa (entrambi già impegnati negli accertamenti relativi al ponte Morandi di Genova): Massimo Losa, insegnante di “Fondamenti di ingegneria stradale e teoria e progetto delle infrastrutture stradali” e Renzo Valentini, insegnante di “Metallurgia“. La loro relazione è attesa per il 14 febbraio prossimo. Resta aperta la domanda compulsata dagli operatori della nautica che soffrono il perdurare della situazione che ha effetti pesanti sul piano economico-organizzativo: quando l’impalcato verrà rimosso per consentire la fruizione della darsena, senza i limiti di altezza imposti alle barche in ingresso e uscita a motivo della collocazione assunta dallo stesso a causa del crollo? Di certo a metà dicembre si terrà un consulto tecnico-investigativo per fare il punto dei lavori e del loro progredire fino allo step fissato per il deposito della relazione.

Al di là delle complessità del procedimento giudiziario – destinato ad allargarsi a 15 indagati – resta il tema della futura della viabilità. L’Autorità portuale ha fatto sapere all’amministrazione comunale che si adopererà secondo i suoi desiderata, che sono quelli del ripristino del ponte in luogo dell’attuale ’giro’ forzato attorno alla darsena. Ciò badando ad una necessità: superare i limiti del ponte precedente indotti dal sistema dei pistoni che non permetteva l’innalzamento in verticale dello stesso, con contrazione delle potenzialità sul piano degli accessi là dove le barche più lunghe (con l’albero più alto) erano tagliate fuori. L’idea è quella di ricorrere al sistema dei paranchi, semplice, economico e architettonicamente gradevole.