Si allungano ancora i tempi dell’inchiesta sul crollo del ponte di Pagliari. I tenici Massimo Losa e Renzo Valentini, incaricati dal giudice delle indagini preliminari Fabrizio Garofalo di chiarire le ragioni del collasso avvenuto la mattina del 12 maggio 2021, per fortuna senza vittime nè feriti, avrebbero dovuto consegnare la loro relazione il 20 gennaio, ma hanno chiesto altro tempo. Lo faranno il 21 marzo. Pertanto è stato fissato per giovedì 13 aprile il prossimo confronto tra il giudice, i pubblici ministeri Antonio Patrono e Claudia Merlino e le difese delle 35 persone che sono state raggiunte dagli avvisi di garanzia.  Tra gli indagati nell’incidente probatorio, istituto del diritto processuale penale per la formazione di una prova durante le indagini preliminari, ci sono gli ultimi cinque presidenti dell’Autorità portuale della Spezia, progettisti, ingegneri, il vertice del consorzio che gestisce l’infrastruttura, manovratori e amministratori della società di manutenzione. L’Autorità portuale è indicata come parte offesa. E’ però già arrivata la notizia sul risultato delle analisi sui bulloni del ponte, che anche a occhio nudo mostravano ossidazioni interne pregresse. Fra le cause del crollo c’è quindi il cedimento di otto dei trentadue bulloni, erano sedici per parte, che assemblavano le due cerniere su cui ruotava l’impalcato, alle flange metalliche a loro volta ancorate, con perni, al basamento di cemento armato. E l’indiscrezione filtrata dagli accertamenti di laboratorio a cui sono stati sottoposti i reperti recuperati dai carabinieri del nucleo investigativo il giorno successivo al crollo del ponte. L’esame radiografico ha certificato che otto bulloni posti sul lato interno del ponte, verso la darsena, hanno subito un processo di logoramento occulto che, alla distanza, ne ha portato alla rottura, Il tema che ora si pone è quello del dimensionamento dei perni a misura degli sforzi da sostenere e dei cicli d’uso. Ci vorrà ancora un po’ di tempo per arrivare alle conclusioni. Lo spettro degli accertamenti è ampio: dalla progettazione alla costruzione, dall’uso alle manutenzioni ordinarie e straordinarie. Massimo Benedetti

Cronaca

Si allungano ancora i tempi dell’inchiesta sul crollo del ponte di Pagliari. I tenici Massimo Losa e Renzo Valentini, incaricati dal giudice delle indagini preliminari Fabrizio Garofalo di chiarire le ragioni del collasso avvenuto la mattina del 12 maggio 2021, per fortuna senza vittime nè feriti, avrebbero dovuto consegnare la loro relazione il 20 gennaio, ma hanno chiesto altro tempo. Lo faranno il 21 marzo. Pertanto è stato fissato per giovedì 13 aprile il prossimo confronto tra il giudice, i pubblici ministeri Antonio Patrono e Claudia Merlino e le difese delle 35 persone che sono state raggiunte dagli avvisi di garanzia. 
Tra gli indagati nell’incidente probatorio, istituto del diritto processuale penale per la formazione di una prova durante le indagini preliminari, ci sono gli ultimi cinque presidenti dell’Autorità portuale della Spezia, progettisti, ingegneri, il vertice del consorzio che gestisce l’infrastruttura, manovratori e amministratori della società di manutenzione. L’Autorità portuale è indicata come parte offesa.
E’ però già arrivata la notizia sul risultato delle analisi sui bulloni del ponte, che anche a occhio nudo mostravano ossidazioni interne pregresse. Fra le cause del crollo c’è quindi il cedimento di otto dei trentadue bulloni, erano sedici per parte, che assemblavano le due cerniere su cui ruotava l’impalcato, alle flange metalliche a loro volta ancorate, con perni, al basamento di cemento armato. E l’indiscrezione filtrata dagli accertamenti di laboratorio a cui sono stati sottoposti i reperti recuperati dai carabinieri del nucleo investigativo il giorno successivo al crollo del ponte. L’esame radiografico ha certificato che otto bulloni posti sul lato interno del ponte, verso la darsena, hanno subito un processo di logoramento occulto che, alla distanza, ne ha portato alla rottura,
Il tema che ora si pone è quello del dimensionamento dei perni a misura degli sforzi da sostenere e dei cicli d’uso. Ci vorrà ancora un po’ di tempo per arrivare alle conclusioni. Lo spettro degli accertamenti è ampio: dalla progettazione alla costruzione, dall’uso alle manutenzioni ordinarie e straordinarie.
Massimo Benedetti

Perizia ponte Pagliari, i tempi si allungano    

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Perizia ponte Pagliari, i tempi si allungano

I tenici Massimo Losa e Renzo Valentini la consegneranno il 21 marzo e poi il 13 aprile ci sarà il confronto fra giudice, pm e difese

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