Pensioni minime con tanto di beffa. Ma lo Spi fa recuperare 600mila euro

Il tesoretto recuperato dagli spezzini grazie ai ricorsi contro l’Inps

Anziani e caro-vita

Anziani e caro-vita

La Spezia, 13 aprile 2017 – Quattordicesime non riconosciute, assegni familiari, supplementi e maggiorazioni dovuti ma mai conteggiati nell’importo mensile delle pensioni (quelle da 750 euro in giù), calcoli non sempre precisi: in tutto seicentomila euro, recuperati in poco più di tre anni dai «detective pensionistici» dello Spi, il sindacato pensionati della Cgil. E’ un vero e proprio tesoretto quello individuato dal patronato, e di cui l’Inps a quanto pare si era “dimenticata”. Ricalcolando tutte le somme liquidate con scrupolo certosino, gli “assistenti” dei pensionati sono riusciti a dimostrare la legittimità delle pretese, ottenendo la liquidazione del dovuto.

A fornire i dati è stato lo stesso Spi, che ieri mattina ha presentato la sua squadra: Carla Mastrantonio, la segretaria, assieme a Margherita Bianchi, Claudio Mentani, Roberto Biagini e Dino Rossi. Intendiamoci, quello illustrato ieri è solo una parte del lavoro fatto, la punta di un iceberg, pare di capire. I titolari di pensione sotto i 750mia euro in provincia sono circa 15mila e c’è da credere che i quattrini da recuperare siano ancora parecchi. «Voci come quattordicesima, assegni familiari, disabilità e maggiorazioni sono importi dovuti, solo che – sostiene lo Spi – se non le richiedi, l’Inps non te lo dice». Per venire incontro ai pensionati che vogliano verificare le somme percepite, lo Spi ha costituito una vera e propria task-force, potenziando l’attività dei venti uffici sparsi nel territorio della provincia con un furgone-ufficio dotato di computer, con il quale saranno battuti a tappeto i mercati e tutti i paesi della provincia.

"Esercitare questi diritti – sottolinea Carla Mastrantonio – non è solo un incremento economico importante, ma una battaglia di cultura e di civiltà, che restituisce maggiore dignità allo status dei pensionati che oggi sono una colonna del cosiddetto ‘welfare familiare’, dal sostegno dei figli alla cura dei nipotini".

"Per dare una mano ai pensionati ci siamo mossi già tre anni fa – ricorda Claudio Mentani, altro operatore Spi –. Siccome l’Inps non manda più i Cud a casa, tutto è più complicato, effettuare i controlli sui conteggi è diventato molto laborioso. Così abbiamo cominciato le verifiche e abbiamo scoperto che in molti casi mancavano negli importi di pensione voci come gli assegni familiari, le quattordicesime e altre maggiorazioni dovute. Capite bene che 50 euro in più per un pensionato che ne percepisce 700 sono una parte cospicua del reddito".

Ci sono zone della provincia dove le situazioni da sanare hanno raggiunto veri e propri picchi, osserva Margherita Bianchi. Come a Ortonovo, in Val di Magra: "Molti non conoscono tutti i loro diritti, era doveroso dar loro una mano". Il servizio di recupero è gratuito ed è organizzato da Spi Cgil con Inca.