"Troppi turisti soffocano le Cinque Terre"

Riomaggiore e Manarola, il sindaco Pecunia fissa il numero massimo di visitatori

Vista sul mare alle Cinque Terre

Vista sul mare alle Cinque Terre

Riomaggiore (La Spezia), 24 aprile 2019 -  Nonostante amministri un piccolo Comune, poco più di 1400 abitanti, il physique du rôle ce l’ha tutto, tanto che più volte è salita alla ribalta delle cronache nazionali. Sì, perché Fabrizia Pecunia, sindaco di Riomaggiore eletta in una lista civica sostenuta dal Pd, non le manda certo a dire, anzi da tempo fa la voce grossa perché sia udita anche ai tavoli romani sulla bolgia di turisti che travolge Riomaggiore e le Cinque Terre, con tutti i potenziali problemi di sicurezza annessi e connessi che il turismo fuori controllo inevitabilmente si porta dietro. Senza se e senza ma, il diktat del sindaco Pecunia è chiaro: «Riomaggiore e Manarola devono restare vivibili e sicuri». E perché accada il suo Comune ha messo nero su bianco il ‘piano speditivo di protezione civile’. Sindaco cosa significa? Numero chiuso per Manarola e Riomaggiore? «Assolutamente no. Non si parla di numero chiuso ma di numero giusto per consentire ai turisti di accedere ai borghi in massima sicurezza».

Ovvero?

«Abbiamo definito dei numeri massimi che il nostro territorio può accogliere in determinate aree e in particolari momenti dell’anno, come questo (si riferisce al ponte pasquale, ndr). In sostanza abbiamo mappato il territorio per capire quante persone possono essere ospitate in un’area specifica. Ad esempio a Riomaggiore la capacità massima di affollamento è di 9.990 persone, a Manarola 7.768. E’ un piano per sancire la vivibilità di questi territori. Non dimentichiamoci che le Cinque Terre non sono un museo a cielo aperto ma borghi abitati. Il nostro compito è trovare un equilibrio tra il turismo e chi invece in quei borghi ci vive e lavora». Pasqua dunque è stato un primo banco di prova.

Come siete riusciti a controllare il flusso?

«Il ponte è andato bene, non abbiamo riscontrato situazioni di particolare caos, complice anche il meteo non particolarmente favorevole per una tappa alle Cinque Terre. Ma un ruolo fondamentale lo hanno giocato le sentinelle dislocate sul territorio, che hanno smaltito il traffico di turisti. Abbiamo ingaggiato anche vigilantes, guardie ecologiche volontarie e carabinieri in congedo».

E’ un grande passo avanti rispetto agli altri borghi delle 5 Terre

«E’ stato necessario, perché abbiamo una situazione critica a Manarola (frazione di Riomaggiore, ndr). Qui abbiamo un sottopasso e un tunnel. Negli anni scorsi il tempo di attesa per attraversare il tunnel era di circa 30 minuti. Ecco, questa è una situazione che non ci possiamo più permettere. Abbiamo portato avanti la battaglia nelle sedi opportune, anche in tavoli ministeriali. Noi non abbiamo più tempo: i numeri stanno aumentando a dismisura e il nostro territorio non può rimanere in balìa di presenze fuori controllo che lo mettono a forte rischio».

Il modello Riomaggiore potrebbe essere esportabile a tutte le Cinque Terre? «Sì, potrebbe essere da modello, ma mi sento di dire che non è sufficiente. Per poter gestire il flusso serve un coordinamento di più enti, compresi anche Trenitalia e Rfi. Nelle ordinanze che ho emesso, sia Ferrovie che battellieri devono uniformare il servizio di trasporto ai nuovi parametri, contingentando, ove necessario, lo sbarco dei visitatori».

Cosa chiede Fabrizia Pecunia?

«Dico solo questo: i sindaci non possono essere lasciati soli nella gestione dell’allerta-folla. E’ necessaria una comunione d’intenti e investire il più possibile in sicurezza e vivibilità».

Serena Valecchi