"Ostaggi del relitto, abbiamo perso il bonus" L’ira degli abitanti del palazzo sotto scacco

E intanto gli operatori della nautica costretti a lavorare a mezzo servizio nella darsena per lo sbarramento della struttura collassata

Non solo quelli degli operatori nautici della darsena di Pagliari costretti a lavorare a mezzo servizio per l’ostruzione alla stessa rappresentata dal relitto del ponte levatoio collassato. I disagi innescati dal crollo del 12 maggio del 2021 – e ancora perduranti – toccano anche gli abitanti del palazzo attiguo la struttura rimasta in bilico, messa subito in sicurezza dell’Autorità di sistema Portuale e presidiata notte e giorno dalle guardie giurate dell’Istituto di vigilanza La Lince su mandato dell’ente nella sue vesti di custode giudiziario. Le ’sentinelle’ sono lì a tenere alla larga dal ponte curiosi e malintenzionati che volessero coltivare il proposito di allungare il passo sulla struttura, alterandone l’equilibrio, col rischio di farsi e fare del male, oltre a compromettere il "corpo del delitto" da investigare

Il palazzo attiguo alla darsena è abitato da tre famiglie. Due hanno alla guida sottufficiali della Marina Militare. Rendere dichiarazioni ai giornali non fa parte del loro agire riservato, discreto. Ma i sentimenti che si rincorrono in quel condominio sono palpabili: rabbia, sconcerto, delusione. Voglia di presentare, in futuro, il conto di tutti i disagi sofferti dal 12 maggio del 2021, dallo choc per lo schianto del ponte che ha fatto tremare il palazzo alle complicazioni sorte, fino alle opportunità che non è stato possibile cogliere. Il riferimento all’occasione dei bonus edilizi. "Impossibile - dice una fonte civile, Gianna Pietraforte - avventurarsi nelle pratiche in un quadro di incertezze. Abbiamo dovuto rinunciare nonostante le ingenti spese sostenute per l’istruttoria; speravamo di qualificare il palazzo, di accrescere il suo valore, quello che è accaduto e quello che sta accadendo lo ha fatto precipitare. Ancora non sappiamo quando saremo liberati da questa gabbia e dai disagi indotti: ritiro della spazzatura non sempre puntuale, recapiti postali tardivi (l’alternanza degli operatori porta all’entrata in scena di persone che a volte non conoscono bene la zona), presenze notturne sgradite e tracce di bisogni sotto casa casa complice l’assenza di illuminazione pubblica dopo il venir meno di quella che era garantita dal ponte".

Pensate di far valere le vostre ragioni nel processo?

"A tempo debito ci costituiremo parte civile. Ora partecipare all’incidente probatorio sarebbe solo una spesa inutile. Attendiamo con ansia la chiusura delle indagine. Poi agiremo".

Corrado Ricci