Oss, bomba Consulta alla vigilia del concorso

La Corte Costituzionale dà patente di legalità alle società in house per le assunzioni, respingendo il ricorso del Governo contro la Regione

Colpo di scena nella tormenta vicenda delle 159 oss della Coopservice che lavorano all’interno dell’Asl 5 e che vedono come fumo negli occhi il concorso bandito per fronteggiare le necessità di assistenza nelle strutture sanitarie pubbliche spezzine là dove l’ambizione del posto a tempo indeterminato è coltivata da 5000 persone e, nell’ambito dei titoli che fanno punteggio, non è prevista l’esperienza maturata in prima linea, che pure è garanzia di capacità operative. Ad agitare le acque già mosse alla vigilia della prima prova scritta è una recente sentenza della Corte Costituzionale (la 91 del 14 aprile scorso) che ridà fiato alla voce di chi ha sempre contestato il concorso e vedeva nella prospettiva delle assunzioni in house - dirette, senza esami - la soluzione per dare risposta ai bisogni di assistenza sanitaria e allo stesso tempo di stabilizzazione del lavoro precario.

Sono gli avvocati Luigi Fornaciari Chittoni e Cesare Alieti Bruzzi, che già assistono una settantina di oss nella causa di lavoro contro l’Asl per la stabilizzazione professionale, a rivelare: "Alcuni giorni fa la Corte Costituzionale ha respinto il ricorso presentato a suo tempo dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri contro la Legge della Regione Liguria che a dicembre 2019 aveva dato la possibilità di istituire le società in house per l’assunzione del personale sanitario e delle oss. Fu quel ricorso, ricordiamo, a spianare la strada al concorso che, gli atti di fresca e dirimente prospettazione stanno a dimostrarlo, non c’era obbligo di bandirlo, quanto meno nei termini in cui è stata architettato dalla Regione". Dal dato di fatto all’interpretazione degli effetti il passo e breve: "La dichiarazione di rigetto sulla questione della costituzionalità sollevata dalla Presidenza del Consiglio della Legge regionale sulla società in house ha dato patente di legalità alla praticabilità delle stesse per l’assunzione delle Oss, a condizione che vengano rispettati i minimi criteri di selezione del personale previsti nel parere della Corte dei Conti e dalle normative vigenti" sostengono i legali spezzini, che evidenziano la beffa pendente sulle lavoratrici precarie di lungo corso: "Le oss di Coopservice si trovano nella paradossale situazione di dover effettuare un concorso che forse si sarebbe potuto evitare…". Il tema sembra non scuotere l’amministrazione che va avanti per la sua strada, forte della circostanza inscalfibile che nel ‘pubblico’ la conquista del lavoro passa dalle selezioni con riconoscimento dei meriti, con chance da garantire a tutti.

"La politica dovrebbe interrogarsi sulle soluzioni da adottare per trovare una volta per tutte una soluzione per le lavoratrici precarie" dicono Fornaciari e Bruzzi, che rilanciano. "Al di là di quello che maturerà, è certa la nostra volontà di continuare a dare battaglia nella causa di lavoro contro l’Asl e i suoi contratti che appaiono contratti indebiti di somministrazione di manodopera" affermano i due avvocati... Prossima udienza? "Il 5 luglio – chiariscono i legali – e sarà molto importante sul piano delle testimonianze: abbiamo citato vecchie oss e persone informate sulla reale portata dell’inquadramento professionale e anche sull’andazzo perdurante per il quale è diffuso il ricorso alle oss per attività di stretta pertinenza infermieristica". Gli esempi? "Levare cateteri, levare aghi cannula dal braccio del paziente, eseguire tamponi rettali. Non capita in tutti i reparti ma, qua e là, sì. Le oss stringono i denti avendo a cuore i pazienti ma a loro non competono certe incombenze. Faremo valere anche queste circostanze".

Corrado Ricci