Va all'ospedale per un'angiografia, le tagliano l'aorta e muore dissanguata

Vittima una donna di 79 anni. La Procura apre un'inchiesta ipotizzando il dolo medico

Ospedale (foto di repertorio)

Ospedale (foto di repertorio)

La Spezia, 7 agosto 2018 - Ricoverata di mattina, già alla sera sarebbe dovuta tornare a casa. Queste, quanto meno, erano le aspettative dei familiari della paziente ‘convocata’ in ospedale per un’angiografia. La donna, una pensionata di 79 anni, non ha fatto più ritorno nella sua abitazione ma è morta nel corso l’operazione, durante la quale è accaduto l’imprevisto letale: un’emorragia indotta dalla lacerazione dell’aorta. I disperati tentativi di tamponare la fuoriuscita di sangue dal vaso non hanno sortito effetto. La donna è andata in arresto cardiaco ed è spirata. I fatti risalgono al 30 luglio scorso.

I contorni della vicenda sono trapelati ieri, sull’onda dell’autopsia disposta dalla procura della Repubblica per risalire ad eventuali responsabilità per colpa medica. L’incarico è stato affidato al professor Francesco Ventura dal pm Claudia Merlino che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Ieri, nella camera mortuaria dell’ospedale Sant’Andrea, gli esami sul cadavere e il prelievo di reperti per effettuare altri accertamenti in laboratorio, per l’elaborazione della perizia conclusiva, da depositare entro 60 giorni. Sul registro degli indagati è intanto finito il nome di un medico. Un atto dovuto proprio nella prospettiva dell’esame medico legale per permettere l’interazione tecnica, a fine difensivo. Si colloca in questa prospettiva la nomina del consulente effettuata da legale dell’indagato, l’avvocato Andrea Corradino. Si tratta del medico legale Roberto Marruzzo. Sull’altro fronte, quello dei familiari della vittima, l’avvocato che li assiste, Milena Dall’Ara di Sarzana, ha incaricato il dottor Renato Izzo.

Ad innescare l’azione della magistratura è stato l’esposto presentato dai familiari della paziente deceduta. Assolutamente imprevedibile il decesso a fronte di un intervento chirurgico tutto sommato di routine, banale, avvenuto in anestesia locale. Loro non voglio lanciarsi in accuse d’impeto. Ma chiedono siano effettuati tutti gli accertamenti necessari per capire cosa sia successo e se l’accaduto possa essere attribuito a negligenze o imperizie in sala operatoria.

Inizialmente, nei giorni scorsi, la procura ha acquisito le cartelle cliniche. Ieri è stata eseguita l’autopsia dal professor Ventura, direttore del Dipartimento di medicina legale dell’Università di Genova.