Operaio navale denuncia l’azienda per mobbing

Trentenne spezzino costretto a subire angherie che gli hanno causato disturbi. Tra gli episodi, la trasferta a Brindisi col veicolo aziendale senza assicurazione

E’ stato costretto a sottoporsi a pesanti terapie mediche per continui stati d’ansia, insonnia con incubi notturni perché obbligato a non abbandonare il lavoro, in quanto unica sua fonte di sostentamento per poter mantenere la figlia in tenera età. Una volta in malattia, era stato poi costretto a dimettersi perché non poteva rientrare in un ambiente di lavoro ostile che aveva determinato i suoi disturbi, certificati dai medici. Nell’ultima busta paga ricevuta, gli era stato tassato perfino il bonus statale di 200 euro, anche se la normativa non lo prevede.

Un operaio spezzino di trent’anni, dipendente di una società di installazione e riparazione di motori navali con sede fuori provincia, ha denunciato in procura per mobbing il suo ormai ex datore di lavoro. Si è affidato all’avvocato di fiducia Davide Bonanni, che ha presentato nei giorni scorsi un atto integrato da chiavette usb con registrazioni e fotografie per avallare quanto esposto nella querela.

Sin dall’inizio un rapporto difficile per l’operaio, assunto nel giugno 2019 dopo un periodo di prova di circa un mese. I rapporti fra i tre soci dell’azienda erano tesi e lui che era entrato in sintonia con uno di loro, veniva considerato dagli altri due una ’spia’ inserita nell’ambiente lavorativo al solo scopo di controllarli e riferire. Nel febbraio 2020, quando l’operaio era già rientrato a casa dalla sede di lavoro fuori provincia, gli era stato imposto di tornare indietro a prendere l’auto aziendale per recarsi a Brindisi e recuperare un ricambio che serviva urgentemente. Lo fece, senza mai riposare né dormire e quando giunse all’altezza di Fiano Romano, per un colpo di sonno, rischiò di provocare un incidente. Allora si fermò a dormire almeno un’ora all’autogrill, quando la polizia stradale gli bussò al finestrino dicendogli che stava viaggiando su un veicolo privo di assicurazione. Gli vennè quindi elevata una sanzione amministrativa con decurtazione di 6 punti dalla patente e il sequestro del veicolo. Non sapeva come tornare indietro, i titolari gli dissero che si sarebbero interessati solo il giorno successivo, fortunatamente il conducente del carro attrezzi intervenuto lo accompagnò in un hotel.

Nell’ottobre 2021 altro viaggio a Messina per un’emergenza lavorativa, in assenza di riposo per 12 ore. Nello stesso periodo fu inviato a Genova per riprendere una macchina elettrica con un mezzo aziendale di portata 1350 chili. Gli venne invece caricata una macchina di 5660 chili, col rischio di essere fermato con sospensione della patente. Cosa che i titolari avrebbero voluto per avere la scusa di licenziarlo. Non è tutto, alla fine del 2021 uno dei titolari lo apostrofò dicendogli "sei sempre il solito coglione", accusandolo ingiustamente di aver rubato o nascosto due turbine del valore di 40mila euro. Quelle turbine erano state nascoste da un altro operaio, su richiesta dell’altro titolare. Quotidianamente, poi, si verificarono angherie nei confronti dell’operaio, al quale non venivano pagate neppure le trasferte da lui effettuate.

Massimo Benedetti