Oltre 700 firme per il Barontini "Il centro sociale va salvato"

Troppo onerose le condizini imposte dal Comune. L’associazione rischia. di cessare la sua attività

All’appello hanno risposto in 722 cittadini e così ieri mattina il faldone delle firme è stato consegnato in municipio. Tra l’associazione sarzanese Comitato della Terza Età e il Comune le distanze potrebbero essere accorciate proprio in virtu’ della risposta concreta arrivata dalla città che intende salvare l’associazione e le sue preziose attività dedicate in particolare agli anziani. Una lotta che va avanti da mesi e che l’emergenza sanitaria aveva messo a tacere ma che è nuovamente tornata attuale quando l’ente ha ufficializzato l’intenzione di mettere a bando la struttura del centro sociale "Barontini". Al pari delle condizioni richieste agli Arci e alle altre strutture di proprietà comunali l’aspetto economico ha preso il sopravvento ma le condizioni imposte ai referenti del centro sociale sono state ritenute inaccettabili. Dall’affitto elevato agli obblighi di manutenzione del parco, allo sfalcio dell’erba ma anche alla concessione al Comune di spazi che il comitato utilizzava per organizzare le lezione dell’Università della Terza Età, corsi di cucito, corsi di lingua straniera, ginnastica dolce e yoga. Attività, soprattutto quelle affidate ai privati, che aiutavano l’associazione a ricavare utili da investire nella manutezione dello stabile e al sostentamento senza chiedere nessun contributo all’ente.

Le nuove condizioni imposte dal Comune di Sarzana però non possono essere onorate dai soci che hanno quindi deciso di abbandonare il centro, a patto di rivedere le condizioni. A dare sostegno ci hanno pensato 722 cittadini che nei giorni scorsi hanno fatto la spola con la sede di via Ronzano per portare una parola di aiuto e soprattutto apporre il proprio nome alla petizione. Ieri mattina il presidente Marco Gilardi si è presentato negli uffici comunali e ha consegnato il lungo elenco di firme e una lettera indirizzata al sindaco Cristina Ponzanelli. Nel testo viene ricordata tutta l’attività svolta il 26 anni dal comitato e l’importanza sociale nell’aggregazione degli anziani. Inoltre è stato specificato che le condizioni economiche, oltre che difficili non avendo il bar interno ricavi particolarmente elevati, devono tener conto dell’emergenza sanitaria che ha ulteriormente ridotto la frequentazione e la possibilità di organizzazione di incontri. Nella lettera si chiede che le condizioni applicate siano meno onerose manifestando la piena disposibilità del Comitato per la terza età a farsi carico della gestione della struttura. Insomma un ultimo appello alla distensione per evitare che la storia venga interrotta in maniera così brusca.

Massimo Merluzzi