Verso il nucleare. Sopralluogo Enea all’area di Vallegrande

I grandi progetti

Lavori (foto di repertorio)

Lavori (foto di repertorio)

La Spezia, 28 marzo 2018 -  La scelta del sito destinato a diventare uno dei più grandi poli di ricerca tecnologica e scientifica d’Europa sarà comunicata nella seconda settimana di aprile, ma i bene informati raccontano di facce soddisfatte al termine del sopralluogo all’ombra della ciminiera di Vallegrande. E’ qui che nei giorni scorsi è andata in scena l’ispezione della commissione valutatrice di Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico che a breve individuerà l’area nazionale più idonea per la realizzazione del centro di ricerca sul Dtt, acronimo di Divertor Tokamak Test facility, uno dei progetti di ricerca scientifica e tecnologica più ambiziosi nell’ambito della produzione di energia da fusione nucleare. Un’opportunità da 500 milioni di euro: tanti ne verranno investiti per la realizzazione.

Il sopralluogo ha visto la presenza anche del Comune della Spezia, delle rappresentanze di Confindustria, del Distretto ligure delle tecnologie marine e di Enel, e dei tecnici di Ire, la partecipata della Regione Liguria. È stata proprio la Regione, pochi mesi fa, a lanciare la candidatura dell’area Enel – oltre a quella di Ferrania a Cairo Montenotte –, in un momento storico importante per la città, data la prossima dismissione della centrale a carbone. Gli assessorati all’Ambiente e allo Sviluppo economico, guidati da Giacomo Giampedrone e Edoardo Rixi, hanno tessuto la progettualità che pare aver riscosso l’interesse della commissione valutatrice.

E per la città, in caso di vittoria, si tratterebbe di una svolta epocale: Vallegrande si trasformerebbe da area alimentata a combustibile fossile a polo che sviluppa ricerca e tecnologia sulla fusione nucleare, tali da mandare in pensione il carbone. Il progetto Enea, peraltro, riguarderebbe solo una parte dell’attuale area. «Stiamo parlando di una grandissima opportunità per la città – spiega l’assessore all’ambiente, Giacomo Giampedrone –. La realizzazione di un polo di ricerca di respiro europeo sarebbe un salto di qualità enorme per la città, in un momento storico in cui si discute su cosa fare dell’area dopo la dismissione della centrale, senza dimenticare l’arrivo di mille ricercatori sul territorio, che significa importanti ricadute sull’economia cittadina. Il sito di Spezia ha molto da offrire, così come scritto nel dossier per la candidatura: proprio di fronte alla centrale c’è Asg, che è azienda di rilievo del settore. Naturalmente, questa è una partita che si gioca assieme a Enel, attuale proprietaria dell’area, e assieme all’intero tessuto industriale e di ricerca presente sul territorio. La Regione è pronta a fare la sua parte, contribuendo con un finanziamento di 25 milioni di euro». Oltre alle due candidature liguri, in ballo ci sono le proposte presentate da Abruzzo per il sito di Pescara, Campania per Salerno, Emilia-Romagna con un sito in tandem con la Toscana, a Braccianise, il Lazio con Frascati, il Piemonte per Casale Monferrato, Puglia per il sito Brindisi e poi il Veneto con Marghera.

Matteo Marcello