"Non volevo ucciderlo, chiedo perdono"

Francesco Ruggiero ricostruisce l’omicidio del rivale in amore Vincenzo D’Aprile, ammazzato a colpi di pistola in piazzale Ferro

"Chiedo perdono per quello che ho fatto ai figli, alla mamma, al fratello e a tutti gli amici di Vincenzo D’Aprile". Dopo sei ore di interrogatorio davanti alla Corte di Assise Francesco Ruggiero è crollato. Sotto l’incalzare delle domande dell’avvocato difensore Maria Teresa Gugliotta ha pianto e si è prodotto nella deduzione: "Sono anche io una vittima, al pari di Vincenzo. Siamo stati manipolati da Nicoletta...".

Un colpo di scena. Che ha innescato la reazione rabbiosa del figlio del ristoratore di Cadimare: è uscito dall’aula sbattendo la porta. Un’udienza calda, alla fine rovente. E’ stato l’ex sottufficiale dell’Aeronautica, imputato di omicidio volontario per l’uccisione del rivale in amore Vincenzo D’Aprile, a chiedere di essere sottoposto al fuoco di fila delle domande. Obiettivo: dimostrare la sua indole altruistica, protettiva e per smentire i propositi omicidiari: "Non volevo uccidere D’Aprile; ho reagito d’impeto alle sue minacce. Ho sparato per allontanarlo. Quando ha caricato sull’auto i bagagli di Nicoletta, ho pensato che volesse rapirla, che potesse farle del male, che lei tornasse ed essere ostaggio di lui". Questo il leit motiv, la ricostruzione dei fatti dell’11 marzo 2019, in piazzale Ferro. Lì D’Aprile, alla vigilia dell’udienza di divorzio, aveva dato appuntamento alla moglie Nicoletta Novelli per farla riappacificare col figlio. L’imputato ha smentito di aver elaborato il piano omicida che gli contesta il pm Monica Burani: auto presa a noleggio, uso della pistola avvolta in un panno, esecuzione finale di D’Aprile, quando era riverso a terra. Ha ricostruito così i fatti: "Sapevo che Nicoletta doveva incontrare il figlio. Temevo che lui potesse farle del male. Per questo l’ho seguita". Il figlio è arrivato all’appuntamento col papà. Vincenzo ha dato un bacio a Nicoletta, l’ha aiutata a sbarcare i bagagli della sua auto. A quel punto il corto circuito. "Mi si è riaffacciato alla mente il racconto di Nicoletta su quanto le era accaduto due anni prima; mentre aveva una relazione con me, era tornata con suo marito e fece con lui un viaggio: subì poi violenza, l’ennesima. Io l’amavo...".

Corrado Ricci