‘No’ alla nuova sala slot. Braccio di ferro Sisal-Comune

Lo stop motivato dalla presenza di un centro di formazione professionale a meno di 300 metri. La società chiede un maxi-risarcimento

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Un braccio di ferro da 600mila euro. Tanto vale lo scontro nell’aula del Tar tra Comune della Spezia e Sisal, contro il diniego di Palazzo civico all’apertura di una sala videolottery e scommesse a Fossamastra. Un niet che ha spinto la Sisal Entertainment a promuovere ricorso al Tar chiedendo l’annullamento degli atti comunale e, in subordine, un risarcimento di 600mila euro pari ai costi già sostenuti dall’azienda per ristrutturazione e predisposizione della sala vlt. La vicenda ha avuto ieri il suo primo passo giudiziario, con i giudici del Tar che hanno negato la richiesta di sospensiva presentata dagli avvocati della Sisal, rimandando ad altra udienza la discussione nel merito del ricorso. La vicenda affonda le sue radici a inizio 2019, quando la società di scommesse in via preventiva aveva chiesto al Comune una misurazione delle distanze da eventuali luoghi sensibili, per evitare di incorrere nei divieti della legge regionale, che vieta l’apertura di sale a meno di 300 metri da scuole, chiese, ospedali. Accertamenti positivi, dato che sulla carta la posizione del centro scommesse era distante da tali luoghi. Così la Sisal in rapida successione ha avviato i lavori ai locali, riuscendo a ottenere nel luglio 2020 anche l’autorizzazione della Questura. Ma, al momento della richiesta ufficiale di autorizzazione, il Comune nel gennaio scorso impose l’altolà. Motivo? La presenza di un istituto di formazione professionale a meno di 300 metri di distanza dalla sala scommesse, la cui esistenza non era stata mai contemplata in precedenza. A nulla erano valse le osservazioni sollevate dalla Sisal, il Comune il 15 febbraio ha rigettato l’istanza di autorizzazione e confermato il ‘no’ all’apertura dell’attività. Da qui, la guerra a colpi di carte bollate, con Sisal che non si è limitata a chiedere l’annullamento degli atti comunali, ma anche – in subordine – il riconoscimento delle somme spese per allestire la sala vlt: 237.740 euro per i lavori di ristrutturazione, 29.988 euro per consulenze e spese di intermediazione, 186.076 euro di acquisto mobili, computer, insegne e arredi e 90mila per canoni di locazione in favore di un’agenzia immobiliare. Ieri, il provvedimento con cui i giudici hanno sposato le memorie presentate dall’avvocatura civica guidata da Stefano Carrabba, respingendo l’istanza cautelare poiché "il meccanismo del silenzio assenso non sembra applicabile in materia di esercizio di sale giochi. Inoltre l’istituto di formazione professionale nelle vicinanze della sala giochi pare configurare un luogo sensibile".

Matteo Marcello