Nave Vespucci, novanta anni e non sentirli

Le cure dell’Arsenale della Spezia fondamentali per mantenere in forma la "regina del mare". L’orgoglio dell’attrezzatore Fabio Castiglia

Nave Vespucci

Nave Vespucci

La Spezia, 22 febbraio 2021 - Non solo la "nave più bella del mondo" (come da tributo via radio del comandante della portaerei statunitense Independence, nel 1962, alla vista del veliero). Ma anche tra le più longeve che solcano i mari. Così la nave- scuola Vespucci oggi al giro di boa dei 90 anni: venne infatti varata il 22 febbraio del 1931 dai cantieri di Castellamare di Stabia. Un compleanno condizionato dall’emergenza Covid-19 (cerimonie impossibili) ma sentito da chi concorre al suo mantenimento in forma: equipaggio, maestranze dell’Arsenale e delle ditte dell’indotto che si prodigano nelle cure a legni, acciai, apparati e alberatura monumentale . E’, per certi versi, il Vespucci un "simbolo" della città e non solo perché la sua immagine dà il benvenuto ad essa nella cartellonistica autostradale. Ma per la sintesi che rappresenta delle tradizioni marinare che evolvono: le linee del veliero sono quelle d’epoca ma esso è diventato più sicuro ed ecologico grazie ai lavori di cui è stato oggetto in Arsenale alla Spezia, da quelli abituali a quelli straordinari. Fra i protagonisti storici di queste cure c’è Fabio Castiglia, 69 anni, col suo passato da attrezzatore navale e palombaro dello stabilimento. «L’ho accarezzata anche là dove pochi arrivano...." dice memore delle tante sistemazioni in bacino che si sono rese necessarie per fare carenaggio. C’era da stare l’occhio nel posizionare - immersi nell’acqua con lo scafandro - le taccate. "Ma il sentimento prevalente è sempre stato sempre quello dell’orgoglio di poter avere un rapporto a tu per tu con la nave". Non solo con la sua cosiddetta "opera viva" (la parte immersa) ma anche con quanto di essa svetta al cielo: alberi e pennoni. "Forse sono uno dei pochi che nella storia del Vespucci che ha posizionato le mani da cima a fondo, dai lavori in chiglia alla ’formagetta’ sull’albero di maestra..." rilancia col piglio del privilegiato che, nei suo trascorsi arsenalizi, si è occupato anche dell’attrezzatura marinaresca, in versione macro e micro. Sì, le mani sapienti di Castiglia si sono adoperate anche nell’allestimento delle manovre nel modellino che troneggia nel Museo Navale. Una dedizione che ha rafforzato la consapevolezza: "E’ davvero la nave più bella del mondo e gli spezzini dovrebbero essere fieri di averla come parte integrante del paesaggio invernale". Castiglia si è anche impegnato a favorire l’avvicinamento-popolare: nel 2008 diede vita, a Cadimare, all’evento "Vespucci in piazza", una vetrina di arte marinaresca di cui furono protagonisti i nocchieri, impegnati a dare dimostrazione della loro perizia a maneggiare le cime. Fu anche per loro motivo di orgoglio, una bella simbiosi con la gente, sull’onda dell’impegno propulsivo dell’allora nostromo Antioco Tillocca. Sono tanti gli spezzini che si sono adoperati per il Vespucci. Uno può vantarsi di esserne stato al comando, Ugo Bertelli, nell’anno 2000: portò il veliero oltreoaceano, negli States, assolvendo alla missione-parallela alla formazione degli allievi dell’Accademia, quella diplomatica, per la quale il Vespucci è "ambasciatore dell’Italia". "Un onore e un onere assolti con orgoglio misto a trepidazione". Sentimenti scolpiti nell’anima che oggi riemergono. Buon Compleanno Vespucci! Corrado Ricci