Stop alla musica sparata con cellulari e radioline. "È una città di zombie"

Bocciata l’ordinanza per tutelare il sonno dei residenti

Musica col cellulare

Musica col cellulare

La Spezia, 12 luglio 2019 - «Chi fermerà la musica», si chiedevano gli inossidabili Pooh in una delle loro hit più amate. Quasi 40 anni dopo, ecco la risposta: il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini. Scatenando disappunto e consensi, con l’ordinanza emessa il 10 luglio il primo cittadino ha di fatto schiacciato il tasto off di casse, cellulari, mp3 e tutti i dispositivi utilizzati nel territorio comunale per la riproduzione e la diffusione sonora in orario serale e notturno, dalle 22 alle 7 del giorno successivo, con deroghe in occasione di spettacoli e manifestazioni.

Felice chi si lamentava dei crocchi di adolescenti innamorati di una trap troppo molesta, scettico chi invoca libertà di divertimento, magari guardando oltre i confini della provincia e ha paura che torni in auge il leitmotiv ‘Spezia città di zombie’. A prevalere, sono le posizioni concilianti: «Capisco porre dei limiti, ma alle 22 mi pare troppo presto: almeno sarebbe stato da fissare un’ora dopo. Mia figlia ha un locale, mi metto nei suoi panni. Ai ragazzi serve allegria: pensate a Trastevere e alle sue notti» sostiene Patrizia Vaccarezza. Brenda Mencarelli, senza arrivare alla dolce vita della capitale, ci spiega che basta spostarsi di qualche chilometro: «Ho sempre pensato che Spezia fosse una città chiusa, in particolare per quanto riguarda la musica. Secondo me nei grandi centri non c’è tutta questa polemica, e poi qui si vanno anche a lamentare che in giro è un mortorio. Che fa di male chi ascolta qualche canzone? Poi, basta andare a Lerici dalle ‘Baracchette’ (chioschi-bar sulla calata che spesso organizzano serate live o con dj set, ndr.) per godersi una serata come si deve senza lamentele».

E non manca il parere di un vero intenditore, dato che vende questi dispositivi nel suo negozio di via Prione: per Marco Baldini, «queste casse hanno prezzo e dimensioni contenuti, acustica eccezionale e quindi in tanti adolescenti sono portati a usarle. Personalmente trovo molto più fastidiosi della musica i rumori delle ruote dei trolley, ma si sopportano: siamo in una zona turistica e se ragioniamo in questo modo, anche la voce di un avventore in un dehor potrebbe dar noia. Guardiamo la Romagna: non si può accettare solo il buono dell’accoglienza dei visitatori. Le ordinanze servono per rispondere all’utente che brontola e dimostrare che l’amministrazione è sensibile, ma di fatto penso siano poco applicabili: ci vorrebbero 1000 persone per farlo!». Di decibel se ne intendono al Canaletto, dove il chiasso del porto continua a dar noia: «Nonostante le nuove barriere – spiega Walter Lombardi – il rumore continua a passare, per non parlare di quello del traffico: la radiolina è il problema minore, e ricordiamoci che non sono solo i giovani ad ascoltarla». Per Nadia Crucillà, in medio stat virtus: «Non mi piace né troppo silenzio, né troppa musica. Forse, il limite alle 22 è troppo presto, ma la regolamentazione va bene; più che altro, non penso sia la radiolina il problema, piuttosto il suono che arriva dai locali. Abito vicino Porto Lotti e il mercoledì, quando fanno la festa, non si poteva dormire: ora hanno abbassato il volume e stiamo bene noi e loro. Basta semplicemente un po’ di buonsenso».

Chiara Tenca