Giacché, addio a un pezzo di storia

Esponente del Pci: sindaco dal 1976 al 1983 e poi senatore fino al 1992

Aldo Giacché con l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini

Aldo Giacché con l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini

La Spezia, 15 marzo 2019 - E' stato espressione di una politica dedicata alla gente e per la gente, protagonista di un epoca in cui nel Paese e in città si intrecciavano le lotte per la democrazia e quelle dei lavoratori, le battaglie sociali e civili, i movimenti di rivendicazione femminile e quelli per l’impegno civico e la partecipazione dei cittadini. Un galantuomo che mancherà alla città, Aldo Giacché, ex sindaco e senatore, morto ieri mattina all’età di 90 anni. Una storia di impegno in prima linea, la sua.

Nato nella primavera del 1928, entra a 17 anni nel Pci, diventandone figura cardine negli anni Sessanta e Settanta, dapprima come segretario del comitato cittadino dal 1963 al 1968 e poi come segretario della federazione provinciale, fino al 1976, anno in cui viene eletto sindaco della Spezia. Per sette anni ricopre la carica di primo cittadino, poi, nel giugno de 1983, ecco l’elezione a senatore, incarico che ricoprirà per due legislature fino all’aprile 1992 con l’incarico di responsabile del gruppo Pci nella Commissione Difesa. Porta il suo cognome la legge che nel 1988 aveva ridotto la cosiddetta triangolazione del traffico di armi, ma Giacché fu anche estensore della legge di abolizione della leva obbligatoria. Il suo impegno politico non terminò con l’esperienza romana: il suo nome e le sue idee sono sempre presenti nel dibattito politico spezzino, con Giacché in prima linea anche nel comitato per il No al Referendum voluto da Renzi. Nel 2017, anche l’adesione ad Articolo 1 Mdp. Aldo Giacché lascia la moglie e i figli Irene e Vladimiro.

Tanti i messaggi di cordoglio. «Lo ricordiamo come il primo cittadino che ha fortemente segnato la storia politica e istituzionale della nostra città. Giacché era un galantuomo della politica che fin da giovanissimo ha dedicato la sua vita al bene comune: per questo tutta Città della Spezia lo ricorda con affetto e grande rispetto» spiega il sindaco Pierluigi Peracchini. Cordoglio anche dall’ex sindaco Massimo Federici. Di Giacché scrive l’ex senatore Luigi Grillo, e all’epoca capogruppo della Dc in Comune: «Ricordo il suo rigore nella conduzione dell’amministrazione, la sua non comune preparazione nell’affrontare ogni argomento, la sua correttezza nei rapporti con le minoranze. In quegli anni furono prese importanti decisioni per il futuro della città. Vennero approvati il Piano dei Servizi, che bloccò l’aggressione edilizia sulle colline, e il Piano Regolatore che segnò la svolta lungo la quale si immaginava lo sviluppo del nostro comune nel rapporto con la Val di Magra e la Val di Vara. La profonda stima e la sincera amicizia che ho sempre nutrito per lui si è consolidata nell’esperienza che assieme abbiamo poi vissuto in Parlamento». «Un grande protagonista della storia politica e amministrativa della sinistra alla Spezia e nel Paese», lo ricorda l’onorevole Raffaella Paita; cordoglio anche dall’europarlamentare Brando Benifei. Dal Pci che lo definisce «un compagno che lascia un segno indelebile nella storia della nostra città e nella storia comunista spezzina, e non solo, portata avanti con una forte componente di spezzinità, con competenza, impegno, determinazione e sensibilità», e dal Pd: «Un uomo che ha vissuto mettendo sempre davanti a sè i valori della Costituzione e dell’antifascismo». «Se ne va un simbolo dell’antifascismo spezzino», scrive il Prc. «Cittadino serio e onesto, padre affettuoso e uomo per bene», lo ricordano Donatella Del Turco e Jessica De Muro del Movimento 5 stelle.