MARCO MAGI
Cronaca

Mercadini è Furioso "Sono ancora un nerd Vi racconto a parole le mie mille facce"

L’attore e regista stasera a teatro con il suo labirintico Orlando

Mercadini è Furioso "Sono ancora un nerd Vi racconto a parole le mie mille facce"

di Marco Magi

L’Orlando Furioso è un libro torrenziale, labirintico, cangiante. Ed è anche il titolo dello spettacolo, una splendida narrazionelettura, scritta e diretta da Roberto Mercadini, in scena stasera, alle 21, al Civico.

Originale, raccontando dei classici e dei grandi personaggi. Qual è il suo segreto?

"A me piace parlarne perché c’è quello che chiamo ‘il paradosso della Gioconda’: cose note che tutti conosciamo, ma di cui nessuno sa nulla a meno che non sia un esperto. Qualche mese fa, quando venne lanciata una torta contro il capolavoro di Leonardo, la notizia battuta da tutte le agenzie era che la teca avesse protetto la tela. Sì, bene, peccato che il dipinto è su una tavola di pioppo".

Dopo aver ascoltato Mjakovskij recitato da Carmelo Bene, la sua vita è cambiata per sempre. Perché?

"Avevo letto tantissime volte ‘La nuvola in pantaloni’, appena avuto il libricino addirittura undici in un giorno. Per me era una rockstar privata. Quando leggevo da solo, lo immaginavo trasformato in un cartone animato, ma la voce di un grande attore me ne ha fatto comprendere davvero la forza. Sulla pagina c’è solo il testo, ascoltarlo ha mutato il mio modo di pensare e di scrivere".

Da adolescente era un... ‘metanerd’? E adesso?

"Ero un po’ solo, non facevo parte di nessun gruppo, neanche ristretto, tipo quello dei giochi di ruolo. Ero più asociale dei nerd. E anche oggi è così, non mi sembra neppure di avere un mestiere. Non sono un attore, né un comico, un divulgatore o uno scrittore, faccio il Roberto Mercadini".

Ama la poesia e ha i piedi ben piantati a terra. Come lo miscela?

"La parola è poliedrica e omnicomprensiva. Ho molte facce, tutte interconnesse, e leggo tutto attraverso la parola".

Trentottomilasettecentotrentasei versi. Come è riuscito a ridurli in uno spettacolo?

"Gradualmente. Per riassumere il senso del poema, ho poi individuato alcuni personaggi focali: Angelica, Astolfo, Bradamante e Rodomonte".

Alla Spezia è già stato?

"Mai. Naturalmente conosco il direttore artistico Alessandro Maggi, che mi ha diretto in uno spettacolo dedicato a Leonardo, e ho pure due amici, due artisti che stimo molto, Filippo Balestra e Andrea Fabiani".

Da cosa deriva la scelta di dirigersi da solo?

"Mi sento un’unità. Non vengo dalle scuole di teatro, i primissimi spettacoli li ho fatti nei ristoranti e in spiaggia. Mi arrangiavo e ora, a 45 anni, il mio modo di essere attore, autore e regista, si è sviluppato con la stessa mancanza di mezzi".

Infine, come riesce a portare i giovani a teatro?

"Ho un pubblico molto trasversale. Fuori dalla mia Romagna, però, grazie ai social, mi conoscono soprattutto i giovani".