Mazzini, due anni e mezzo di ritardo. E il costo dei lavori sale a 1,5 milioni

Ma dal Comune rassicurano: «Sarà riaperta entro la fine di dicembre»

L’assessore comunale alla cultura, Paolo Asti, parla della biblioteca

L’assessore comunale alla cultura, Paolo Asti, parla della biblioteca

La Spezia, 22 settembre 2018 - Due anni e mezzo di ritardo. I lavori di ristrutturazione della biblioteca Mazzini sarebbero dovuti terminare a marzo 2016, invece se tutto va bene finiranno entro il 31 dicembre di quest’anno. In mezzo tutta una serie di imprevisti tecnici dovuti alla peculiarità dell’edificio storico di Palazzo Crozza. E anche una lievitazione di circa il 14% del costo totale dei lavori, che dalla previsione iniziale di 1 milione 300 mila euro hanno superato quota 1 milione 500 mila. L’ultimo ostacolo è il locale caldaia, dietro al palazzo, che dovrà riscaldare e raffreddare le sale. Piccolo inconveniente: è troppo rumoroso per una biblioteca. Così dovrà essere insonorizzato: un’altra spesa che non era stata ipotizzata nel 2014, quando era stato approvato il progetto. Anche l’installazione del nuovo impianto antincendio (a gas e non ad acqua, per non danneggiare i libri) all’interno di Palazzo Crozza non è stata una passeggiata, per la serie di vincoli architettonici e la conformazione degli spazi. «Non si aveva conoscenza delle parti interne in muratura, e la presenza degli affreschi ha aumentato la complessità», ha spiegato ieri in commissione l’assessore ai lavori pubblici Luca Piaggi, che in mattinata ha fatto un sopralluogo alla Mazzini insieme al collega Paolo Asti, assessore alla cultura. «Lavorare su un edificio storico è completamente diverso – ha aggiunto –. Le porte, gli armadi e persino l’impianto antincendio sono stati realizzati su misura». Gli ultimi aumenti di spesa, non a caso, riguardano gli impianti elettrici (17mila euro) e ulteriori interventi di restauro degli affreschi richiesti dalla Soprintendenza (5mila). L’immenso (per quantità e valore storico) patrimonio della biblioteca, intanto, è quasi interamente tornato a casa. Quasi, perché ‘soltanto’ 110 mila opere sulle 140 mila ospitate in passato sono rientrate dalla trasferta, in un deposito in provincia di Modena.

Il nuovo impianto antincendio, infatti, ha ridotto gli spazi utilizzati per conservare i libri. Sono state selezionate le opere di maggior valore storico: le restanti 30mila dovranno ancora aspettare degli spazi idonei. Resta però un’incognita di non poco conto, quella della disponibilità del personale dei servizi bibliotecari, che negli ultimi tempi si è notevolmente ridotto. «Bisognerà capire se riusciremo a riprendere a tempo pieno, oppure con un orario ridotto», ha precisato Asti. In compenso il 3 dicembre, l’anniversario della nascita di Ubaldo Mazzini, una parte della biblioteca potrebbe essere simbolicamente riaperta, per anticipare la restituzione alla città di un edificio ‘in letargo’ da troppo tempo.

Gabriele Cocchi