Maxi giro di prostituzione Condannati madre e figlio

Cinque case squillo alla Spezia, Rapallo e Genova. Canoni monstre per l’affitto. degli appartamenti

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Due condanne per un giro-squillo che avrebbe permesso alla tenutaria di incassare nell’arco di otto anni 600mila euro: l’ammontare del valore delle abitazioni in cui sarebbe stato investito il profitto dello sfruttamento della prostituzione. Sono i numeri di un’articolata inchiesta svolta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri, approdata ieri al verdetto giudiziario. Ad innescarla erano stati gli abitanti di un palazzo spezzino per l’anomalo via vai di persone: prostitute e clienti. Ieri la condanna di una donna di 52 anni e del figlio 34enne, entrambi brasiliani: Domiciana Tintel e Bruno Duarte Tintel Ximenez Freida. Il giudice Fabrizio Garofalo, all’esito del rito abbreviato e delle istanze del procuratore Antonio Patrono, ha inflitto due anni e otto mesi di reclusione e 10 mesi e 20 giorni al secondo.

La 52enne, considerata la “mente”, in Italia da diversi anni e senza alcun lavoro, aveva escogitato un sistema, affinato nel tempo, che consentiva di conseguire rilevanti profitti mediante la gestione di cinque diverse “case di prostituzione”, tre di proprietà: una alla Spezia, nei pressi del Tribunale, le altre due a Genova e Rapallo. A metà ottobre del 2021 furono meta dei blitz dei carabinieri per apporre i sigilli. Il giro si sviluppava poi in altre due case, prese in affitto e non sequestrate: i proprietari erano, infatti, all’oscuro di quello che avveniva all’interno.

Articolata la ’scuderia’, fatta di donne e transessuali, perlopiù di origine brasiliana. La maitresse concedeva loro gli appartamenti nella sua disponibilità a fronte di un canone settimanale di 400-500, il quadruplo rispetto ai prezzi di mercato: di qui la contestazione anche del reato di sfruttamento della prostituzione. Le indagini, come detto, erano state avviate dai Carabinieri in seguito alle segnalazioni di alcuni cittadini che avevano notato un sospetto andirivieni di uomini nella casa della Spezia. L’azione investigativa è stata poi sviluppata attraverso l’ analisi dei siti di annunci erotici e il monitoraggio degli indagati, con servizi di osservazione e pedinamento. L’inchiesta si è sviluppata anche con la verbalizzazione dei clienti ’intercettati’ nei palazzi monitorati: professionisti, operai, imprenditori. Sono stati interrogati in caserma: dopo l’iniziale imbarazzo è maturato il convincimento a dire la verità. E’ così emerso, fra l’alto, il prezzo del rapporti sessuali: tra i 70 ed i 100 euro. Oltre all’utilizzo delle case, gli indagati sono risultati soliti offrire tutta una serie di servizi accessori per facilitare l’attività di prostituzione delle loro “clienti”

C.R.