Matteo Taranto nella fiction «Nelle tue mani»

Il popolare attore spezzino interpreta la parte di un gioielliere al fianco di Luca Argentero. Questa sera appuntamento con ’Egoismi’

Matteo Taranto

Matteo Taranto

La Spezia, 29 ottobre 2020 - Un gioielliere in "Doc – Nelle tue mani", la fiction di Rai1 che sta letteralmente spopolando nei dati Auditel, con 7 milioni di spettatori a serata. È l’ultimo impegno del noto attore spezzino Matteo Taranto. Appuntamento stasera, alle 21.25, per la puntata numero 13, ‘Egoismi’. "Interpreto un gioielliere – spiega Taranto, in anteprima – marito della sorella maggiore di Elisa, un’attrice simpatica e affascinante, che renderà la giovane specializzanda inspiegabilmente ancora più acida e scontrosa. Andrea (Luca Argentero, ndr), intanto, continua a scavare negli anni che l’amnesia ha cancellato, mentre Agnese non riesce a nascondere la gelosia per la crescente vicinanza proprio tra Andrea e Giulia". Taranto, anche direttore artistico del Teatro Civico, nei giorni scorsi ha invece girato uno spot ‘Una lettera di Louis Jouvet’, nel Teatro degli Impavidi a Sarzana, visibile su Youtube, all’indirizzo https://youtu.be/zrwqHSpW8yE, da oggi. Per descriverlo, sceglie le parole scritte da Louis Jouvet nel 1943, a Medellin: ‘Il sipario è calato. Lo spettacolo è finito. Nessuno è venuto a trovarmi. Sono salito nel mio camerino, solo. Che strana sensazione, quella di essere ancora truccati e restare così, a ‘metà’, sospesi tra il teatro e la vita ‘laica’. (…) Ma come ‘fare il teatro’ senza pensarlo, senza porsi delle domande? Come stare in mezzo alla gente e non guardarla e non chiedersi, non interrogarsi sul teatro e sul mestiere dell’attore? Su quello che il teatro è? Perché è? Perché lo si fa?’. «Domande alle quali oggi, più che mai – dichiara l’attore spezzino – cerchiamo una risposta dopo l’avvento di questo virus, che ha sconvolto le nostre esistenze limitando le nostra libertà, imponendoci distanza fisica, impedendoci di condividere un momento di riflessione, gioia, disperazione di fronte alla magia di uno spettacolo dal vivo. Il mio grido di dolore è un omaggio al teatro e tutti gli spettatori senza i quali il teatro non avrebbe ragione di esistere. ‘Lo spettacolo è nello spettatore’ scrisse Alphonse de Lamartine; lo spettatore è nello spettacolo, mi permetto di aggiungere io". Marco Magi