Stregati dall'azzardo, in crescia il numero degli scommettitori

Asl 5, pool di esperti per uscire dal tunnel

Sala slot (foto di repertorio)

Sala slot (foto di repertorio)

La Spezia, 21 luglio 2019 - In una società sempre più colpita dalla crisi, dalla quale, purtroppo, è difficile uscire, sta aumentando il numero di coloro che, con la falsa speranza di incrementare i propri guadagni, si affida al gioco d’azzardo. Si definisce tale quell’attività dove il giocatore non ha alcuna possibilità di influire sul risultato che è puramente casuale e non è pertanto legato a una sua particolare abilità e dove la posta in gioco abitualmente è una somma di denaro o altro bene.

Le forme di gioco che promettono denaro in caso di vincita sono molte: gratta e vinci, lotto, slot machine, superenalotto, fino ad arrivare al gioco on line. Cadere in questa malattia è spesso facile: si inizia giocando magari il resto del caffè, per poi arrivare a perdere ingenti somme di denaro, fino al punto di indebitarsi fino al collo buttando al vento tutti i risparmi di una vita come accade per molte persone anziane.

Questo succede perché chi gioca non accetta di aver perso e, per recuperare la somma investita in precedenza, (chasing) continua a giocare. Inoltre il rischio suscita in queste persone emozioni e sensazioni particolari. La funzione del gioco è quella di crescita, sviluppo, benessere per l’essere umano.

L’azzardo invece afferisce al piacere del rischio e al desiderio di arricchirsi in maniera fortuita. Da ciò ne segue che definire l’azzardo un gioco sia un termine improprio poiché dietro di DGA (Disturbo da Gioco d’Azzardo) troviamo desertificazione dei rapporti familiari, crisi coniugali, trascuratezza dei figli minori, perdita delle relazioni sociali, diminuite capacità lavorative, richiesta di ingenti prestiti, fino ad arrivare alla messa in opera di condotte illegali ( come truffe e furti). Non ultimo è presente, tra questo tipo di popolazione un rischio suicidario maggiore.

Da un punto di vista diagnostico il “Disturbo da Gioco d’Azzardo” viene collocato all’interno della categoria delle dipendenze in un’apposita sottocategoria, “Disturbi non correlati a sostanze” (DSM 5): Infatti i meccanismi cerebrali e le condotte sono i medesime di quelli con sostanze ( tossicodipendenza, alcolismo, tabagismo): assuefazione, astinenza, perdita del controllo, craving ecc…

Il giocatore d’azzardo è soprattutto un impulsivo, una persona che non riesce a esercitare una mediazione riflessiva nei confronti dello stimolo fisico o psichico che lo induce a compiere scelte rischiose, aumentando in progressione la frequenza delle giocate, il tempo trascorso nelle sale da gioco, la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite. Investe in genere più delle proprie possibilità economiche e tende a trascurare i normali impegni della vita. Spesso l’azzardo è associato ad altre dipendenze, quali il fumo ed il consumo regolare di alcol.

Nei giocatori d’azzardo patologici sono inoltre presenti episodi depressivi ricorrenti. Tra i giovani c’è una correlazione con un uso eccessivo di smartphone e tablet. In Italia, nonostante la grave crisi economica, il gioco d’azzardo ha conosciuto negli ultimi anni una crescita esponenziale: negli ultimi quindici anni si è quadruplicato il volume di crescita dei soldi investiti in Italia nell’azzardo. Si è passati da 25,6 miliardi nel 2004 a 106 miliardi nel 2018. Un vero record che non ha eguali in altri Paesi europei. Poiché è una problema ancora in via di definizione e da poco indagata dal mondo scientifico, si assiste a una carenza di indagini epidemiologiche certe.

Alfredo Casini - Dirigente psicologo – Psicoterapeuta Ser.T di Sarzana. Referente Asl5 per il gioco d’azzardo