Luci contro il buio della guerra in Ucraina "Pensiamo a chi è rimasto sotto le bombe"

Tania Chyzh in patria ha le sorelle con i loro figli: "Hanno paura anche a scappare perché ormai è troppo tardi. Vivono nel terrore"

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Nei loro occhi lucidi si riflette la luce delle candele. Sulla guancia si sono disegnati una piccola bandiera: i colori sono il blu e il giallo, i colori della loro terra, da giorni devastata dalla furia della guerra. La manifestazione ha coinvolto tante persone, ucraini e italiani hanno preso parte alla fiaccolata che da piazza Saint Bon è arrivata in piazza Europa. Durante la camminata suonava l’inno nazionale ucraino che recita: "Non è ancora morta la gloria dell’Ucraina, né la sua libertà". Parole che mai come ora assumono un significato fortissimo. Camminano ordinati, a passo lento e con le loro bandiere che sventolano nella via più centrale della città, gridano con tutta la forza che hanno nella loro lingua madre: "Gloria all’Ucraina, gloria per i guerrieri, gloria per la nazione" qualcuno vedendoli applaude, un piccolo gesto di appoggio di solidarietà che riconosce la grande dignità di un popolo che cerca di resistere e che si sta mobilitando per dare una mano a chi fugge.

Alla fine della fiaccolata si sono ritrovati in piazza Europa, dove hanno scattato una foto tutti insieme, forse nella speranza che questi momenti diventino un ricordo lontano. "Siamo qui per la pace, ma vogliamo anche dire grazie per il sostegno sia agli italiani, sia ai russi e ai bielorussi, perché ricordiamoci noi non facciamo guerra tra di noi come popoli, noi combattiamo contro un tiranno – dice Savina Aliona –, nessun popolo vuole che muoiano i bambini, nessun popolo vuole la violenza, noi vogliamo dire al mondo e al tiranno che noi siamo contro questa inutile guerra, siamo per la pace". In tanti sono commossi, non soltanto per le difficoltà che i loro connazionali tra cui amici e parenti stanno affrontando, ma anche per il grande sostegno ricevuto dalle nazioni europee e dall’Italia. Sono stati in molti a mobilitarsi per dare il proprio contributo, donando cibo, abbigliamento, medicinali e prodotti per l’igiene personale. Una raccolta partita con il passaparola e un post su Facebook e diventata una gara di solidarietà. Tra i presenti alla manifestazione c’è Oksana Maryukhenya, una volontaria che in questi giorni sta aiutando a raccogliere e smistare i beni donati: "Giovedì parte il pullman delle ragazze che hanno organizzato la raccolta, porteranno tutto al confine con la Polonia, in modo da dare una prima assistenza, cercheranno anche di capire chi verrà qua in modo da poter preparare per loro sia uno spazio dove stare che prodotti necessari. La gente è tanto buona e capisce la situazione – spiega Oksana con la voce spezzata dalla commozione – le persone danno la disponibilità per ospitare le famiglie e lasciano i numeri di telefono per essere contattati in caso di bisogno. Il supporto, mi sto rendendo conto, che non manca, è partito da un passaparola ed è diventato qualcosa di grande, ci siamo uniti per questa causa e tanti stanno aiutando." Una gratitudine che viene ribadita più volte durante la manifestazione, non mancano esclamazioni come "Grazie Italia" e "Grazie ai popoli fratelli".

La guerra stravolge la vita delle persone, nessuno vorrebbe essere svegliato dal suono delle sirene antiaeree e nessuno vorrebbe vivere in uno scantinato per salvarsi dai bombardamenti. In tanti stanno cercando di salvarsi, ma sono soprattutto donne e bambini, molti uomini hanno deciso di imbracciare le armi e combattere come possono per resistere agli invasori. Vogliono solo la pace, chiedono che si smetta di uccidere e che si possa tornare a vivere. Tania Chyzh ci racconta le sensazioni che prova in queste ore: "Io sono in Italia da tanti anni, ho fatto Capodanno in Ucraina e sono tornata un mese fa, sono tornata in tempo. Lì ho le mie due sorelle con bambini e hanno paura anche a scappare perché ormai è troppo tardi e rischiano di essere bombardati. Vivono con il terrore. Oggi è arrivata alla Spezia Luda, la mia amica che è riuscita a scappare ed è partita ieri da Odessa, si è svegliata con il rumore delle bombe e con un unico zainetto ha lasciato la città insieme alla sorella. Sono arrivate in Moldavia hanno preso un pullman, poi in Romania, dalla Romania hanno preso un volo ed è arrivata in Italia, negli scorsi anni è venuta qui come turista, adesso viene come profuga. Ciò che sta accadendo sembra surreale invece è la realtà – spiega Tania – l’Ucraina non ha la stessa forza della Russia, però il nostro popolo ha un grande spirito e cerca di resistere, nonostante in guerra non ci siano scrupoli, muoiono i bambini, muoiono i ragazzi e muoiono gli anziani. I ragazzi e i bambini studiano nei sotterranei, non dormono più e non escono".

Tutti ringraziano i polacchi che stanno dando aiuto alle frontiere e stanno aprendo le porte per ospitare, ringraziano anche la Romania perché sta collaborando all’accoglienza e l’Italia, perché li ha accolti e continua ad accogliere i loro fratelli. Pregano Dio e ringraziano gli altri popoli, perché una mano tesa nel momento del bisogno ha un valore inestimabile.

Ginevra Masciullo