L’onda arcobaleno in città Migliaia sfilano al Pride

Festosa partecipazione alla manifestazione da piazza Brin al Canaletto "Dalla parte di chi quotidianamente vive l’amarezza dell’emarginazione"

di Marco Magi

"Il Pride è anche e soprattutto di chi quotidianamente subisce l’amarezza del rifiuto e dell’emarginazione, di quelli che la società relega, appunto, a un epiteto lapidario e inequivocabile: siamo Mostri. Il Pride è delle persone che a causa del resto del mondo si sentono così sbagliate da non avere il coraggio di essere qui accanto a noi oggi. Ebbene, questo è il vostro, il nostro pride. Il Pride dei Mostri". Le parole sono di Lina Galore, madrina della prima edizione del ‘La Spezia Pride’, che ha portato ieri per le vie della nostra città, migliaia di persone. Lo sapevamo. Una vera e propria onda arcobaleno colorata, con cinque carri e tantissima gente, cittadini e cittadine di tutte le età, famiglie intere, con madre, padre e figli, qualcuno talmente piccolo da poter stare soltanto in braccio. Il perché è stato spiegato, per un mondo più libero, inclusivo e attento alle tematiche sociali, ambientali, di salute. È stato un pride festoso e travolgente, ma con il gusto di chi è entrato con la necessaria raffinatezza lungo corso Cavour, via Gramsci, viale Italia e viale San Bartolomeo. Dalla partenza di piazza Brin, gli interventi di promotori e ospiti, poi i diversi carri, con in testa, al microfono, il vulcanico direttore artistico Stefano Di Gangi a dare il ‘la’. Una lunga passeggiata di quasi quattro chilometri, che ha visto protagonista un vero oceano di persone, mentre molte altre sono entrate e uscite dal corteo percorrendo dei tratti di strada. E se qualche discorso ‘consueto’ del tipo "cosa servono queste manifestazioni?", si ascolta qua e là nella gente sistemata ai lati della strada per tutto il tragitto, la maggioranza è impegnatissima a fotografare, filmare, divertirsi e ballare, magari qualcuno alla ricerca di quell’identità, di quell’autodeterminazione difficile da esprimere.

Qualche spruzzata d’acqua, musica da ballare, fumogeni colorati e tanta allegria, con uno spazio in fondo al corteo per gli amanti della musica più soft. È stata una manifestazione particolare, perché entrata con forza... in punta in piedi. Non è un paradosso, è semplicemente la freschezza delle idee portate in una città che l’aspettava da tanti anni e che finalmente, dopo aver trovato una comunione d’intenti e di concetti, è riuscita a realizzare il suo primo Pride.