L’itticoltura in regime di proroga Si lavora all’ipotesi ricollocazione

Partita aperta per trovare la quadra tra la salvaguardia di 25 posti di lavoro e il recupero ambientale. La Regione in attesa delle istanze del Gruppo di azione costiera per l’avvio di possibili studi sui siti off shore

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Le barche da diporto sfrecciano a lato dell’impianto di itticoltura del Pezzino e da esse sale una domanda: "Non era stato detto che i vivai di orate e branzini avrebbero dovuto sparire ed essere ricollocati con l’estate?". Una prospettiva, questa, caldeggiata dal Comune di Porto Venere che da anni - in questo caso con condivisione di vedute tra maggioranza e opposizione - sollecita un trasloco per sgravare la baia delle Grazie dall’impatto estetico e dai riflessi ambientali connessi alla defecazione dei pesci. Mentre la societa Piscicoltura titolare degli impianti esclude effetti negativi sui fondali e sulle acque (del resto certificate come balneabili dell’Arpal) e nei tavoli di confronto pone la salvaguardia di 25 posti di lavoro, resta la spada di Damocle della scadenza della concessione demaniale rilasciata dall’Autorità di sistema portuale che, benchè giunta al capolinea a fine giugno, è di fatto prorogata in pendenza della clausola che subordina l’"occupazione temporanea" dello specchio acqueo alla presentazione di un progetto di rimozione-ricollocazione. La volontà è stata palesata dal "privato".

Ma c’è un nodo: ’dove’ trasferire le vasche? Di sicuro al largo, in uno specchio di mare che abbia almeno 40 metri di profondità, funzionale a strutture sali e scendi che possano fronteggiare, in immersione, le mareggiate. Ma occorrono verifiche di compatibilità, soprattutto ambientale. Sul punto sono in corso interlocuzioni all’interno del Flag-Gruppo di azione costiera del levante ligure, un raggruppamento di partner sia pubblici sia privati – di cui la Camera di Commercio di Genova è capofila - che ha come obiettivo generale quello di "favorire la gestione sostenibile delle attività di pesca e acquacoltura incentivando al contempo la competitività e la relativa capacità di generare sviluppo, occupazione e coesione territoriale".

Una mission che poggia sulla fruibilità, per effettuare studi dedicati, di fondi europei la cui erogabilità è in capo all’assessore regionale alla pesca Alessandro Piana. "Per ora non ho ricevuto istanze; non c’è niente di preconcetto sugli impianti di itticolturale, bisogna armonizzare le dinamiche del lavoro di settore con quelle del turismo e dei territori" dice attendista e al tempo stesso rispettoso delle attese in gioco.

Le vasche per l’allevamento di orate e branzini sussistono in fregio al Pezzino da 35 anni. Una permanenza oggetto di controverse valutazioni: da una parte quelle positive relative ai posti di lavoro generati dall’altra i rilievi critici legati alle ferite arrecate al paesaggio e all’ambiente e alle complicazioni che tavolta sorgono a terra con la pulizia delle reti nella base operativa della Fontanella: nell’arco dell’ultimo anno, riferiscono fonti comunali, ci sono stati tre sversamenti per intasamenti dei condotti delle acque reflue.

Corrado Ricci