Liquami nelle acque del Golfo. La Procura apre un altro fascicolo

Nuova istruttoria per l’autorizzazione ambientale al depuratore

Analisi su pesci hanno certificato che la causa dei decessi è da ricondurre ai liquami

Analisi su pesci hanno certificato che la causa dei decessi è da ricondurre ai liquami

La Spezia, 13 ottobre 2018 - La capacità di adattamento dei muggini all’inquinamento e alla salinità dell’acqua di mare è notevole. Non a caso sono i pesci più visibili all’occhio nei porti e alle foci di fiumi e canali. Ma quando è troppo e troppo. Soprattutto quando sono i liquami a penetrare nelle branchie. Alla luce delle più recenti analisi di laboratorio, pare questa la causa delle recenti morìe, con picco all’interno e davanti al canale Melara. La causa? «Indagini in corso, non posso parlare» ha detto l’altra sera, davanti alla commissione consiliare ambiente, la direttrice dell’Arpal Fabrizia Colonna chiamata a far luce sulla vicenda. Sì, dopo la recente archiviazione di un primo fascicolo sui vecchi sversamenti di liquami nello specchio acque del Canaletto, è pendente un’altra indagine (conseguente alle recenti morìe) sulla quale pesano gli effetti della prima: primo, la mancata certezza, all’esito di una perizia tecnica, della fonte di inquinamento, nonostante gli indizi portassero al depuratore degli Stagnoni; secondo, l’assenza di limiti tabellari all’emissione di escherichia coli (il batterio indicatore della contaminazione fecale) nella vecchia autorizzazione agli scarichi (connessi a malfunzionamenti e interventi manutentivi). Nella richiesta di archiviazione presentata dal pm Rossella Soffio, accolta dal gip Mario De Bellis, si usa un termine forte: «omissione» ma non ci sono contestazioni al riguardo. Perché? La legge non impone ma consiglia la fissazione di limiti, avendo a riferimento la situazione ambientale del corpo recettore e i suoi usi. Della serie: un conto è scaricare in porto, in acque compromesse, un’altra nel mare cristallino o almeno balneabile.

Quali gli orizzonti investigativi della nuova inchiesta? Top secret, ma i riflettori si sono riaccessi proprio sul canale Melara. Acam Acque, che gestisce il depuratore degli Stagnoni, nelle more della scadenza tra un anno dell’autorizzazione, ha presentato domanda per ottenere quella nuova, conseguente anche ad aggiornamenti normativi in materia. All’ordine del giorno il recepimento o meno, da parte della Provincia, dei ‘consigli’ del legislatore che indica, come riferimento, un limite di escherichia coli non superiore a 5000 in 100 ml.

Corrado Ricci